Nautilus n. 25/26 - Luglio/Agosto 2023

Breviario mediterraneo

di Fabio Canessa


 Predrag Matvejevic scrisse nel 1987 “Breviario mediterraneo”, libro fondamentale per conoscere l’inizio della civiltà, la storia e la geografia, la religione e la cultura. Non solo le nostre. Il Mediterraneo, spiega Matvejevic in quella che rimarrà la sua opera migliore, contiene il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo, Sparta e Atene, Roma e Costantinopoli, Alessandria e gli arabi, le Crociate e il Rinascimento. Il Mediterraneo si rivela “un mondo a sé” e contemporaneamente “il centro del mondo: un mare interno, una terra intorno al mare”...

Nautilus n. 23 - Maggio 2023


Elogio della scarsità

di Fabio Canessa

“Se ciò che hai/ fosse quello che ti resta/ da un naufragio/ sopra un'isola deserta.../ Grideresti di gioia/ di
avere una coperta,/ di avere pelle addosso/ ed un bottone d'osso/ e un berrettino rosso,/ una cannuccia,/
un temperino nelle tue mani”.

Così Renato Rascel esaltava la scarsità in una canzone degli anni Settanta ispirata al Padre Brown di Chesterton, un autore convinto che la felicità e la cultura siano nemiche
dell’abbondanza. La gioia della conquista rispetto alla noia di avere tutto, il piacere della scoperta rispetto alla paralisi di trovarsi impacciati di fronte a pareti fitte di libri, dischi e dvd. 
La rete è una miniera infinita di testi, film e musiche a nostra disposizione: solo le canzoni che possiamo trovare su Internet sono più di 30 milioni ed è stato calcolato che, per ascoltarle tutte, dovremmo campare 228 anni senza mai dormire e
sempre con l’orecchio incollato al web. 
Le opere d’arte che i grandi musei italiani, dagli Uffizi a quelli di arte contemporanea, non possono esporre per mancanza di spazio e giacciono invisibili nei magazzini sono quasi
5 milioni...

Nautilus n. 22 - aprile  2023

C'è tuo qui? Il limite dei confini 

 di Fabio Canessa

Romolo traccia col piede la linea del pomerio della città che sta per fondare, Remo per dispetto la attraversa e il fratello gli tira una sassata nel cervello lasciandolo stecchito. La nostra storia comincia così: la nascita dell’Occidente inizia con un fratricidio per motivi di confine.
Più allegra la disputa tra Totò e Fernandel nel film “La legge è legge”: i due vivono in un paesino di frontiera dove un albergo ha la cucina in Italia e le camere in Francia.
Sembra una trovata assurda e invece esiste una situazione così anche nella realtà: Baarle è una cittadina divisa a metà tra Belgio e Olanda, dove il confine passa in mezzo a una casa. Il portone è uno, ma a destra ha il numero 19 della olandese via Loveren e sulla sinistra il numero 2 della belga via Hertog: gli abitanti hanno la cucina in Belgio e il salotto in Olanda. 
Entrambe le bandiere fanno bella mostra di sé di fronte al palazzo. 

Nautilus n. 21 - marzo 2023

Blackwater, una saga fluviale         

di Fabio Canessa

L’acqua è all’origine della vita: Talete, il primo dei filosofi, la giudicava l’ἀρχή, cioè il principio primo, della realtà. Così come è all’origine delle grandi civiltà e città: il Nilo ha prodotto l’Egitto, il Tigri e l’Eufrate la Mesopotamia, il Tevere Roma, la Senna Parigi, il Tamigi Londra e l’Arno Firenze. Ma è anche all’origine della grande letteratura: l’Odissea di Omero e l’Eneide di Virgilio raccontano due viaggi avventurosi attraverso il Mediterraneo; per dare un’idea della imprevedibile casualità della vita Giovanni Boccaccio scrive la novella di Landolfo Rufolo nel Decameron, mentre il più grande romanzo americano è “Moby Dick” di Herman Melville.
Sacra generatrice di vita nei film di Marco Ferreri e minacciosa portatrice di morte nei naufragi di Gericault o con lo squalo di Spielberg, l’acqua è protagonista bifronte di “Blackwater”, una serie romanzesca scritta da Michael McDowell alla fine degli anni Ottanta e solo adesso tradotta in italiano per l’editore Neri Pozza.
Ambientata a Perdido, una cittadina dell’Alabama alla confluenza di due fiumi, la storia si incentra sull’improvvisa apparizione dalle acque della bellissima Elinor, creatura aliena saggia e terribile, metà donna metà mostro fluviale.

Nautilus n. 20 - febbraio 2023

Supereroi vulnerabili e forti 

 
di Fabio Canessa

Sbaglia chi prende sottogamba i film dei supereroi, convinto che siano solo dei giocattoloni rivolti a un pubblico di ragazzini nerd o caciaroni. Tra mezzo secolo questi saranno ricordati come gli anni del cinema Marvel, un universo, anzi ormai un multiverso, complesso e articolato, dove si intersecano con intrecci sofisticati le vicende dei vari supereroi, con rimandi continui tra i film (circa una cinquantina, di cui almeno un terzo di qualità molto alta) e le serie (spesso sorprendenti, come “Wanda Vision” e “Loki”). Altro che blockbuster stereotipati, il vero cinema di ricerca dei nostri tempi è proprio questo, come dimostra, per esempio, il cartoon “Spiderman un nuovo universo”, premiato con l’Oscar.
I supereroi sono gli unici personaggi dell’immaginario contemporaneo capaci di rispecchiare l’identità fragile, inquieta e sfaccettata dei giovani di oggi. Solo chi non ha mai letto un fumetto della Marvel né visto uno di questi film può pensare che agli adolescenti piacciano Spiderman e gli Avengers perché sono invincibili: al contrario, i ragazzi si identificano in loro perché sono vulnerabili

Nautilus n. 20 - febbraio 2023

Un luogo senza luogo immaginava...

di Patrizia Lessi 


È grazie all'albero sul cui tronco tagliato aveva edificato anni prima il letto matrimoniale che Odisseo si rivela a Penelope, fino a quel momento incerta sulla sua identità.  Soltanto loro conoscono la storia della  camera interamente costruita attorno a un ulivo sfrondato e livellato per divenire la base di un talamo nuziale. Prima è con un ramo di ulivo che Ulisse acceca Polifemo ed è con una zattera fatta di tronchi che l'eroe omerico abbandona l'isola di Calipso.  Un ramoscello di ulivo consente ad Atena di conquistare il favore dei fondatori della futura città. Olive ed olio sono i doni identitari della città di Atene. Ma la Grecia propone molti miti in cui negli alberi si onorano le virtù umane, dall'altruismo di Filemone e Bauci premiati da Giove e Mercurio con la metamorfosi in quercia e tiglio uniti per il tronco, allo spirito indomito di Dafne che Ovidio descrive trasformarsi in alloro pur di fuggire alla brama di Apollo. 

Nautilus n. 19 - gennaio 2023

L’albero nella poesia: da Virgilio alla Shoa

 di Fabio Canessa                     

L’albero più famoso della letteratura italiana è quello sul quale sale il dodicenne Cosimo per non mangiare le lumache servitegli a pranzo dai genitori e dal quale non scenderà più, trascorrendo l’intera vita a spostarsi da un albero all’altro. È “Il barone rampante” di Italo Calvino, del quale si celebra quest’anno il centenario della nascita, e si tratta di un albero illuminista, del Settecento razionale. Invece gli alberi nell’immaginario letterario, pittorico e cinematografico rimandano per lo più a una dimensione prima bucolica (il grande faggio del Titiro di Virgilio) e poi romantica (il querceto spettrale di Caspar David Friedrich), fuse dalla poesia di Giovanni Pascoli. 

Nautilus n.13/14 Luglio/Agosto 2022


Il porto dell'immaginario

di Fabio Canessa


Se la navigazione è da sempre metafora del viaggio della vita, il porto non può che esserne l'approdo finale. Non solo e non tanto come placida rappresentazione della vecchiaia e della morte, ma soprattutto come esito, chiusura perfetta. Arrivare in porto significa soprattutto raggiungere l'obiettivo: dal momento che l'esistenza si configura come un percorso avventuroso gravido di minacce e di dolori, durante il quale la fragile navicella sulla quale viaggiamo rischia di naufragare, la vista del porto già ci riempie di gratificazione, facendoci intravedere la salvezza. Il porto è sinonimo di protezione, di liberazione dagli affanni e dai disagi di chi si sforza di mantenere la rotta durante la tempesta. Chi non salpa non vive, chi non ha il coraggio di tentare l'avventura per mare si priva delle emozioni di stare al mondo, impedendosi di conoscere se stesso e l'universo che lo circonda...