Un luogo senza luogo immaginava...
È grazie all'albero sul cui tronco tagliato aveva edificato anni prima il letto matrimoniale che Odisseo si rivela a Penelope, fino a quel momento incerta sulla sua identità. Soltanto loro conoscono la storia della camera interamente costruita attorno a un ulivo sfrondato e livellato per divenire la base di un talamo nuziale. Prima è con un ramo di ulivo che Ulisse acceca Polifemo ed è con una zattera fatta di tronchi che l'eroe omerico abbandona l'isola di Calipso. Un ramoscello di ulivo consente ad Atena di conquistare il favore dei fondatori della futura città. Olive ed olio sono i doni identitari della città di Atene. Ma la Grecia propone molti miti in cui negli alberi si onorano le virtù umane, dall'altruismo di Filemone e Bauci premiati da Giove e Mercurio con la metamorfosi in quercia e tiglio uniti per il tronco, allo spirito indomito di Dafne che Ovidio descrive trasformarsi in alloro pur di fuggire alla brama di Apollo.
Dando un'occhiata anche superficiale alle tradizioni di ogni tempo e latitudine è impossibile non intercettare la significativa presenza di un albero a sancire l'identità di popoli e civiltà. È attorno all'albero della conoscenza di tutte le cose che si consuma il destino di Adamo ed Eva (e ha inizio quello dell'umanità).
Un salice pone fine alla vita di Ofelia, che nell'Amleto di Shakespeare, pazza e infelice trova la morte inerpicandosi fra i suoi rami.
Ai piedi di un altro salice due uomini aspettano inutilmente che arrivi Godot. Niente più che un albero e una strada di campagna fanno da sfondo alla narrazione di Beckett. Alla sua ombra muta le vite scorrono, i discorsi si sprecano, i ruoli si invertono, l'attesa si fa infinita. Tutto svanisce tranne il silenzioso permanere di quel tronco, di quelle foglie.Nell'albero non c'è solo l'idea delle radici, di ciò che definiamo casa. Per quanto espressione di una vita millenaria, di una solidità che trae forza e fermezza dalla terra, l'albero è tuttavia anche il simbolo del cambiamento, della trasformazione in altro da sé (casa, barca, carro, mobile, bastone, utensile). Radici invisibili e rami che orientano al cielo lo sguardo che li fissa, gli alberi collegano il sotto al sopra, l'immerso all'emerso, gli inferi al mondo dei vivi. Ha in sé la natura della fissità e del movimento, è in grado di conservare la storia del mondo senza narrarla nella lingua dell'umanità. Chissà se anche per questo il piccolo Cosimo decide di salire su un frassino per non scendere più. Il barone rampante non si limita ad assistere dall'alto alle vite degli altri, ma vi partecipa attivamente, ne è coinvolto, si innamora, si impegna, si disillude tanto da lasciare definitivamente i suoi rami senza scendere a terra, ma salendo ancora più in alto, lasciando che una mongolfiera lo faccia volare lieve sulle chiome dei boschi e sui destini di coloro che sognano e desiderano da sempre alla loro ombra.