Nautilus n. 41 - novembre 2024
Attratti dalle api
di Federico Beconi
Era una bella mattina di maggio, il sole non ancora alto scaldava già a sufficienza la porticina di volo delle arnie che mi stavo apprestando a visitare, speranzoso di trovare i melari già colmi di miele da portare in laboratorio per smielare il primo miele dell’anno.
Era una tiepida sera di agosto, il sole ormai basso non bruciava più la pelle e i tappi di lamiera delle arnie potevano essere rimossi senza guanti. Mi apprestavo a visitare le famiglie di api a cui avevo tolto i melari qualche giorno prima per capire la popolosità delle famiglie.
Era un caldo mezzogiorno di gennaio, il sole abbastanza caldo e luminoso mi sembrava perfetto per il volo di liberazione dagli escrementi delle api dopo i brutti giorni ventosi e freddi appena passati. Avrei dovuto verificare la consistenza delle scorte di miele e se troppo lontane dal centro dell’arnia avvicinare i telaini più a portata delle api.
Nautilus n. 40 - ottobre 2024
Il cambiamento climatico globale attuale
di Carlo Bisci
Non c’è giorno che, più o meno correttamente, non si senta parlare del cambiamento climatico, dei suoi effetti, delle sue cause e delle possibili contromisure da dottare, per cui provo a sintetizzare in modo semplice alcuni punti chiave.
Che a livello globale da alcuni decenni il clima si stia modificando molto più rapidamente di quanto sia mai avvenuto nelle ultime centinaia di migliaia di anni è ormai confermato da innumerevoli osservazioni strumentali e completamente accettato da tutta la comunità scientifica, così come è unanimemente riconosciuta la pericolosità dei suoi effetti. Le uniche incertezze riguardano solo le previsioni sull’entità delle modificazioni che dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro, data da un lato l’enorme complessità dei modelli e dall’altro la variabilità delle misure che potrebbero essere prese.
Nautilus n. 40 - ottobre 2024
Agricoltura e mitigazione dei cambiamenti climatici: una nuova sfida per la sostenibilità
di Angelo Marucci e Luigi Mastronardi
Il cambiamento climatico è un tema di grande interesse e rappresenta un fenomeno di forte preoccupazione a livello globale per gli effetti prodotti sull’ambiente, sui sistemi sociali ed economici e sulla salute umana. Le emissioni di Anidride Carbonica (CO2) e di altri gas ad effetto serra quali Metano (CH₄) ed il Protossido di Azoto (N₂O), associate all’aumento dei picchi di temperatura, alle precipitazioni irregolari ed agli eventi climatici estremi (eccessiva siccità e piovosità), hanno degli effetti negativi sulle produzioni agro-zootecniche e mettono a rischio la sicurezza alimentare. In ogni caso, l’agricoltura in particolare quella intensiva è contestualmente causa e vittima del cambiamento climatico e di altre emergenze ambientali, ad esempio della perdita di biodiversità.
Nautilus n. 40 - ottobre 2024
La fragilità delle dune, tra terra e mare
di Luca Sbrilli
L’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici istituito nel 1988. L’IPCC è un organo intergovernativo aperto a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e della WMO (World Meteorological Organization), e attualmente ne fanno parte 195 Paesi. Sin dalle prime pubblicazioni del Report Annuale di questa organizzazione mondiale, redatte attraverso l’uso dei primi modelli previsionali basati sulla produzione eccessiva di CO2 e il conseguente riscaldamento globale, si capisce bene come gli allarmi del mondo scientifico siano stati pressoché ignorati dalle classi politiche di tutti gli Stati del mondo. Anche il tentativo di porre rimedio a questo stato di cose attraverso i vari COP (conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) sebbene un importante momento di confronto, sino ad oggi ha portato pochi benefici, limitandosi alle buone intenzioni. Anche la prossima COP29, a Baku capitale dell’Azerbaigian dopo la COP28 di Dubai (entrambi Paesi produttori di petrolio) si appresta a mantenere lo standard oramai consolidato di basso profilo nelle decisioni da intraprendere a livello globale.
Nautilus n. 40 - ottobre 2024
Produzione di cibo e cambiamento climatico
di Francesco Sottile
Dopo molti anni in cui ci si è sforzati di scrivere e parlare affinché anche i più scettici potessero essere consapevoli della crisi climatica in atto, adesso l’obiettivo è sostanzialmente mutato. Non è più importante che credano nel collasso del clima ma che lo comprendano realmente imparando a leggere la documentazione scientifica prodotta con sempre più provata consapevolezza. Quegli scienziati che riconoscono che il sistema sta raggiungendo il punto di non ritorno validando modelli che già dalla seconda metà del secolo scorso lanciavano segnali allarmanti. L’inquinamento, visto come l’effetto dell’emissione di gas serra (o climalteranti) in atmosfera, ha risposto in modo proporzionale alla sempre più spinta industrializzazione che ha garantito uno stile di vita sempre più agevole nascondendo il prezzo pagato dall’ecosistema.
Nautilus n. 40 - ottobre 2024
Storia della climatologia e riscaldamento globale
di Gianluca Lentini
“Il clima è sempre cambiato” si sente talvolta affermare nel tentativo di sminuire la portata del riscaldamento globale degli ultimi secoli. Eppure, la scienza non ha mai avuto le idee così chiare: a essere “inequivocabile” non è solo il cambiamento climatico, ma anche l’influenza umana su di esso.
Ce lo dicono i dati, ce lo dicono le leggi della fisica e della chimica, e ce lo dicono anche i modelli climatici. Ma da quanto tempo siamo in grado di parlare del cambiamento climatico? Come si è evoluta la nostra conoscenza delle leggi che regolano il clima e il suo cambiamento?
L’umanità è da sempre stata affascinata dai fenomeni nel cielo e dal cielo, e i primi a provvedere a una istituzionalizzazione del ruolo dell’osservatore di fenomeni meteorologici sono stati i Babilonesi, per i quali l’osservazione di fenomeni quali i venti e le piogge, sistematica e con procedure precise, serviva per trarre presagi circa le sorti di un regno o di un sovrano.
Nautilus n. 35 - maggio 2024
Amaro è salutare
Studiare le piante per capire il territorio
di Sara Franceschelli
Anche una pianta, un fiore o una radice possono essere simbolo dell’identità di un territorio. Ecco perché lo studio delle piante, del loro uso e delle loro proprietà va ben oltre l’aspetto botanico o scientifico per assumere un valore più ampio di conoscenza territoriale e ambientale.
Prendiamo ad esempio le caratteristiche e i benefici della Genziana.
La Gentiana lutea L. (Genziana maggiore, Gensara, Genziana gialla, Ensiana, Erva biunnina, Giansana, Argiansana) è una pianta di montagna, diffusa in tutta Italia, fortemente radicata nella storia e nella tradizione dell’entroterra Abruzzese. Fusti eretti e fiori gialli caratterizzano le specie di genziana; tuttavia, la droga ufficiale è costituita da rizomi e radici essiccati. L’appellativo specifico deriva dal latino “luteus-a-um”, giallo, riferendosi al colore dei fiori. Le radici vengono raccolte in autunno e l’essiccazione subito dopo la raccolta è essenziale per evitare processi di fermentazione responsabili della riduzione del contenuto di estratto. Il materiale appena raccolto si presenta all’interno bianco-giallastro ma, durante l’essiccazione, diventa più scuro e sviluppa il suo caratteristico odore.
Nautilus n. 33 - marzo 2024
Mindful eating: la scelta di mangiare consapevolmente
Nota alle lettrici e ai lettori: mindful e mindfulness vengono tradotti in italiano con l’aggettivo consapevole e il sostantivo consapevolezza senza esplicitare il potenziale di azione che vi è contenuto: mindfulness descrive più propriamente l’atto di concentrarsi sul presente, su quel che viviamo qui e ora.
Avere la consapevolezza di quello che mangiamo, è diventato negli ultimi decenni un tema cruciale per preservare l’ambiente e la salute di tutti gli esseri viventi. La consapevolezza di cui parliamo da consumatori è quella che ci fa controllare se il prodotto sia biologico, se provenga da una filiera locale a km zero, o per alimenti che non sono locali, se provengano da un commercio equo e solidale. Eppure nessuna di queste azioni coglie completamente il significato del mangiare consapevolmente. Pur facendo una spesa attenta, infatti potremmo non essere così presenti quando consumiamo i nostri pasti. Per una certa parte della popolazione mondiale, poter accedere più volte al giorno ad un cibo da consumare è quasi una certezza, tanto da essere necessario un esercizio di attenzione per accorgersi di ciò che si mangia e di quello che succede al nostro corpo e alla nostra mente mentre mangiamo.
Nautilus n. 33 - marzo 2024
Esperienze alimentari nell’infanzia, fra il locale e il globale
di Giusi D'Urso
Un nuovo fenomeno si sta diffondendo con rapidità fra i bambini in età scolare, preoccupando le famiglie e producendo molti sprechi nelle mense scolastiche. Si tratta del comportamento alimentare selettivo che, soprattutto dopo la recente pandemia, si manifesta in alcuni bambini dai quattro agli undici anni circa, con il progressivo rifiuto nei confronti di categorie alimentari sempre più numerose. Il fenomeno ricalca, in modo più rigido e grave, la neofobia fisiologica, cioè la paura dei nuovi assaggi che tutti i bambini sperimentano durante il divezzamento, nel passaggio da un’alimentazione totalmente lattea a una semisolida, solida e varia. Quando la neofobia fisiologica non si risolve nei primissimi anni di vita può cronicizzare e diventare un ostacolo alla copertura dei fabbisogni nutrizionali, rendere difficile il momento della condivisione del pasto, condizionare la socialità in famiglia, a scuola e in altri luoghi di aggregazione.
Nautilus n. 29 - novembre 2023
Verso l'infinito e oltre
di Francesco Viegi
"Perche' scali le montagne?" chiesi.
"Perche' sono li'" mi disse Stefano.
In questa risposta c'e' una intima descrizione di cosa sia il genere umano e della sua continua tensione verso l'oltre.
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" scrive Dante nella Divina Commedia, parlando di Ulisse che aveva attraversato le colonne d'ercole.
Colombo con le sue caravelle, Marco Polo ed il suo incredibile viaggio raccontato nel Milione, David Livingstone che attraversando l'Africa nera diceva: "I will go anywhere, provided it be forward".
Persino Buzz Lightyear proclama con orgoglio: "Verso l'infinito ed oltre".
Questa tensione verso l'ignoto, questa voglia di oltrepassare il confine per scoprirne un altro, e' una delle caratteristiche che piu' propriamente ci rendono Umani.
Avremmo potuto rimanere semplicemente sui rami e vivere in armonia con la natura ... ma siamo scesi, abbiamo acceso il fuoco, scheggiato la selce, creato la ruota, scalato montagne (appunto), dipinto caverne, solcato i mari ed imparato a volare.
E' perfettamente ovvio che conquisteremo anche lo spazio.
Abbiamo gia' iniziato a farlo. E' solo molto complicato.
Le difficolta' sono enormi, basti pensare al fatto che si tratta di un ambiente in cui non potremmo sopravvivere: niente ossigeno, niente calore, niente di niente ... lo Spazio, appunto.