Viaggiare
«…Il viaggio più affascinante è un ritorno, un’odissea, e i luoghi del percorso consueto, i microcosmi quotidiani attraversati da tanti anni, sono una sfida ulissiaca. “Perchè cavalcare per queste terre?” chiede nella famosa ballata di Rilke l’alfiere al marchese che procede al suo fianco. “Per ritornare” risponde l’altro…»
(Claudio Magris, L’infinito viaggiare)
Viaggiare attraverso la vita, un tema caro alla letteratura e all’immaginario, ma profondamente legato alle vicende personali e collettive. Perché ogni viaggio, inteso come odissea, si basa sulla possibilità di attraversare il mondo facendone una reale esperienza e formando così la propria personalità. Il ritorno a casa può essere contrassegnato da un ritrovamento di sé stessi e del senso della propria esistenza, oppure dalla perdita della propria identità, sull’orlo di una dissoluzione e di una costante trasformazione.
Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere – politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città, dice Magris nel suo testo che è un caposaldo della letteratura di viaggio. E spesso passando da una riva a un’altra le genti che ci parevano straniere e barbare ci appaiono molto più vicine di quanto pensassimo. Da qui il valore della mescolanza e della contaminazione.
Spostarsi è sempre stato connaturato al genere umano. Lo si è fatto per necessità, per calcolo economico, per scienza o cultura ma anche per curiosità; oggi lo si fa sempre più per divertimento, con accesso, tempistiche e raggio di movimento una volta impensabili e questo determina ovviamente delle conseguenze, non secondarie.
Così in questi mesi estivi, abbiamo voluto raccontare che ci possono essere diversi modi di viaggiare: attraverso la letteratura per eccellenza, quella del sommo poeta Dante in primis, ma anche dei nostri padri antichi; nel modo più “distante” e avventuroso possibile e cioè con l’esplorazione lunare e dello spazio, a 55 anni esatti dalla prima volta dell’uomo sulla luna; attraverso la storia, con gli occhi dei viaggiatori del Grand Tour e indagando le origini della letteratura di viaggio, con le “Guide Rosse” del Touring Club che hanno portato a far conoscere l’Italia. Si può viaggiare inoltre con la mente, oppure anche mediante la conoscenza dei propri luoghi, senza lasciare la città, perché il noto e il familiare, continuamente riscoperti, sono la premessa dell’incontro. E poi il viaggio attraverso la magia del cinema e della musica in tutte le loro manifestazioni.
Rispetto a tutto questo c’è comunque l’altra faccia della medaglia, rappresentata dal viaggiare dei migranti con tutto il sistema delle questioni etiche, sociali e culturali che questo implica; le problematiche e gli impatti ambientali e sociali provocati dall’overtourism, con le emissioni in aumento, l’indebolimento dei rapporti tra residenti e città, l’accentuazione della crisi abitativa, i danni agli altri settori produttivi.
Ma riscoprire il senso del viaggio in maniera consapevole e sostenibile ancora si può, quando l’obiettivo non è più solo la destinazione, dove il viaggiatore si reca per scattarsi un selfie ma è la volontà di concentrarsi soprattutto sulle esperienze, sulla ricerca del contatto con le comunità locali, con le tradizioni, mescolandosi appunto, lontano dal concetto del viaggio delle riviste in copertina patinata, lontano dalla propria comfort zone, in un’ottica di scoperta dei territori e di esplorazione della propria coscienza.