Visioni
Tutto nasce da un sogno, da una visione. La storia dell’uomo ci parla di questo, di sguardi coraggiosi, divergenti che hanno saputo costruire, creare qualcosa di nuovo, spesso di importante, consapevoli che ogni generazione è chiamata a riscrivere la propria storia con linguaggi nuovi. Nel senso positivo, il visionario è infatti colui che, partendo dalla realtà, non la subisce e sogna costruttivamente un mondo che non c’è, orientato a vedere oltre.
Anche la nostra rivista è figlia di un'intuizione e di una visione che continua diventando ogni mese progetto.
Questo mese Nautilus raggiunge infatti un piccolo grande traguardo, con la pubblicazione del trentesimo numero.
Trenta numeri significano due anni e mezzo di lavoro e collaborazioni, un bel risultato se si pensa che questa è una rivista partita dal nulla, originata dalla volontà di un piccolo gruppo di persone che si occupano a vario titolo di cultura e territorio.
Nata da una sfida, dal desiderio di proporre immaginari, temi e suggestioni che cerchino di stimolare possibilità alternative di concepire il mondo, Nautilus ha l’ambizione di parlare a tutti, senza troppi tecnicismi, di trasmettere non solo parole, ma soprattutto contenuti e, perché no, anche emozioni. I temi affrontati, diversi e variegati, nascono da scambi, confronti e riflessioni, spesso proposti con approcci differenti.
I tanti collaboratori della rivista, ormai oltre duecento, che in questi due anni e mezzo hanno dedicato tempo ed energie a elaborare e approfondire argomenti insieme alla redazione, sono una ricchezza inestimabile che costituisce un patrimonio di conoscenze, esperienze e proposte su cui confrontarsi.
Tutti gli argomenti trattati da luglio 2021 a oggi – isole, donne, architetture, parchi, cibo, parole, memoria, industria, partecipazione, turismo, porti, mobilità, generazioni, musei, alberi, vulnerabilità, acqua, confini, scarsità, scuola, Mediterraneo, diversità, lavoro, spazio e visioni – costituiscono una sorta di caleidoscopio culturale, che può offrire un contributo al dibattito locale e globale.
La rivista è cresciuta e ha la possibilità di continuare in questa direzione, proprio perché orgogliosamente sostenuta da una visione, la visione di chi crede di potersi relazionare con la categoria del possibile e con quella dell’immaginario per la realizzazione concreta di utopie, confermando le proprie finalità nell’approfondimento critico delle principali questioni che attengono alla cultura in senso generale, ai territori, all’ambiente, alla natura, alla società.
Il taglio monografico della rivista, un tema per ogni numero, fissa una caratteristica della linea editoriale che continuerà, contribuendo a rafforzare la sua identità. Il modificarsi dei temi affrontati costituisce una cartina di tornasole del continuo evolvere delle questioni, che di volta in volta possono trovarsi al centro del dibattito culturale.
Vogliamo continuare così, provando a essere visionari come coloro che hanno inciso sulla realtà con il loro pensiero e ricordando tutti coloro che, nel chiuso delle loro stanze o laboratori, si sono messi a disposizione per un progetto comune a favore della collettività o per introdurre nuove prospettive.
Certamente non ci riteniamo indispensabili, ma vogliamo essere utili. Per questo il nostro augurio va a chi condivide con noi questa esperienza, ai lettori, a tutti coloro che provano a immaginare qualcosa di diverso e di realizzabile, nella convinzione che le visioni, come schizzi di viaggio, possono divenire materiali adeguati alla costruzione di progetti futuri.