Nautilus n. 23 - Maggio 2023
Meno biblioteche, più disuguaglianza
di Monica Pierulivo
Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito..(M. Yourcenar, Memorie d’Adriano)
“Le biblioteche sono luoghi che rendono gli uomini uguali: donne e uomini. Giovani e vecchi. Neri e bianchi. Poveri e ricchi. Italiani e stranieri” - afferma Antonella Agnoli, consulente per progetti culturali e bibliotecari, in un suo articolo del 2019 poco prima dell’esplosione della pandemia. “Ciascuno con il suo libro, il suo giornale, il suo film, la sua musica ma insieme. Questa è la comunità reale, la comunità vivente che crea la biblioteca…”
Dopo l’esperienza pandemica, la necessità di promuovere e ricreare ambienti e occasioni di socializzazione e relazioni è emersa con maggiore forza e le biblioteche da questo punto di vista rappresentano dei luoghi fondamentali.
Nautilus - n. 21 Marzo 2023
Architetture e beni immateriali e territoriali delle acque
di Marco Cadinu
Le architetture dell’acqua attraversano la storia antica, medievale, moderna delle comunità urbane e rurali e si esprimono alle scale dimensionali più differenti: fonti campestri, acquedotti e linee di adduzione idrica nel territorio, sistemi di irrigazione, fontane pubbliche nei centri abitati, lavatoi, abbeveratoi e opere funzionali alla gestione tecnica della risorsa.
Le architetture dell’acqua, più di altre opere, sono soggette all’usura e alle ricostruzioni; più di altre conservano segni e contatti con la ragione prima dell’insediamento, con la programmazione politica del territorio, con le forme artistiche o simboliche che le popolazioni trasmettono di generazione in generazione...
Nautilus - n. 17/18 Nov-Dic. 2022
Vandalo a chi?
L’opera d’arte, il segno della creatività e del genio, l’esito materiale di un atto di devozione, l’aspirazione alla memoria eterna: il Patrimonio culturale (d’ora in poi: Patrimonio, com’è corretto chiamarlo) innerva le civiltà d’ogni dove sul nostro pianeta, le identifica, dona coesione e senso d’appartenenza; le divide e le ordina, anche, a seconda della civiltà dominante. Condivide, nella sua ampia diversificazione e pervasività, un destino di fragilità, di precarietà che è intrinseco alla unicità di ogni sua componente, non rileva quanto sia il suo valore economico. Quest’ultima sua caratterizzazione è un fenomeno tutto sommato moderno: quando il vescovo di Blois, Henry Gregoire de Tours, durante un’omelia nel 1793, coniò il termine vandalisme in funzione antirivoluzionaria – per sanzionare i saccheggi delle chiese all’indomani della Rivoluzione dell’89 assimilandoli a quelli compiuti dal popolo Vandalo a Roma nel 455 d.C. – non sapeva ancora della fortuna che avrebbe avuto questa sua espressione, ma anche gli usi distorti che se ne sarebbero fatti...
Nautilus - n. 17/18 Nov-Dic 2022
Le convenzioni internazionali sulla protezione del patrimonio
Uno sguardo diacronico per l’Ucraina
Il 9 marzo di quest’anno «the Guardian» pubblicava on line l’articolo Ukrainians in race to save cultural heritage, sotto forma di reportage e di intervista a Lilya Onyshchenko, coordinatrice capo del Dipartimento responsabile della cura e della protezione degli edifici storici e dei siti del patrimonio mondiale di Leopoli, città dichiarata Patrimonio Mondiale dal 1998, altresì riconosciuta Creative Cities Unesco per la letteratura. Le immagini e il video pubblicati a corredo del testo mostravano le operazioni di protezione antiaerea del patrimonio, ripresentando alla storia armature di tubi innocenti a sorreggere impalcature di materiale ignifugo, strati di protezione antischegge e l’avvio delle movimentazioni da chiese e musei del patrimonio mobile, allo scopo tradotto in vani sotterranei e seminterrati. Nello stesso paper la direttrice del museo di Leopoli, Olha Honchar, dichiarava che «Moscow wants to eradicate Ukrainian culture. It’s what defines us and our identity. It’s a memory of who we are». ..
Fig. , Trasporto dei cavalli bronzei della basilica di San Marco di Venezia. Arrivo alla stazione di Roma, 1915, Roma, Museo Centrale del Risorgimento
Nautilus - n. 17/18 Nov-Dic 2022
La storia “sepolta
dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce
Un video racconto immersivo in un nuovo spazio multimediale
di Daniela Bruni e Aurora Totaro
Giovedì 17 novembre 2022 si è inaugurato un nuovo spazio multimediale permanente all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce - bene della Provincia, affidato dieci anni fa al FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS e dal 2018 regolarmente aperto al pubblico. Lo spazio integra e arricchisce l’attuale offerta di visita, dedicato al racconto della storia dell’Abbazia in un capitolo meno noto, che ne svela e ne approfondisce l’origine e l’anima bizantina.
“La storia “sepolta” dell’Abbazia di Cerrate” è il titolo di una video-installazione immersiva allestita in una stanza appositamente restaurata nella cosiddetta Casa Monastica, la parte più antica del complesso, che oggi appare come una tipica masseria salentina, stretta intorno alla Chiesa di Santa Maria, ma che mille anni fa era un’abbazia, un monastero bizantino...
Al PAN di Napoli The Passenger di Andrew Kent
Fino al 29 gennaio la splendida mostra sul Bowie del 1976
Station To Station incessante, inesorabile, magnetica.
La versione dal vivo, quella del Live Nassau Coliseum, 26 marzo 1976, una delle date chiave dell’Isolar Tour.
Si entra in mostra accolti da un brano solenne e incisivo, uno dei pezzi chiave di uno dei tour più interessanti della lunga storia di David Bowie, che è al centro di David Bowie the Passenger by Andrew Kent, la mostra prodotta da Navigare Srl e Show Bees Srl, a cura di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni per ONO ARTE, in corso al PAN di Napoli fino al 29 gennaio 2023, dopo l’esposizione agli Arcimboldi a Milano.
Contrariamente alle iniziative che individuano e analizzano momenti o fasi più eclatanti, pensiamo all’era Ziggy o al fondamentale periodo berlinese, the Passenger è incentrato sui quattro mesi di Isolar Tour, una vicenda cruciale per la storia di Bowie.
Nautilus n. 15- Settembre 2022
La mobilità come vocazione di un microterritorio
Ci sono dei territori che, per vocazione, sono legati alla mobilità; perché il loro ruolo di spazi di passaggio e di sosta si perpetua nel tempo, indipendentemente dal mutare delle condizioni storiche.
L’entroterra piombinese è certamente uno di questi, perché fin dall’epoca romana è stato attraversato dal più importante asse stradale tirrenico, la via Aurelia/Aemilia Scauri, che consentiva il collegamento tra Roma e le città della costa progressivamente passate sotto il suo controllo, fino ad arrivare a Pisa e a Luni.
Questa lunga storia di territorio vocato alla connettività interregionale è iniziata dunque in tempi assai remoti (la via Aurelia romana risale al III-II secolo a.C.) e si è mantenuta fino ad oggi, perché nello spazio di qualche centinaio di metri si concentra un fascio di strade e ferrovie (la via Aurelia storica, oggi strada provinciale; la superstrada che ne è l’erede e la linea ferroviaria Roma-Pisa) che è destinato a svilupparsi nei prossimi anni con il completamento dell’autostrada Tirrenica.
All’interno di questo frammento di Maremma costiera così “connesso”, un posto speciale occupa Vignale..
n. 10 - Aprile 2022
Verso i secondi Stati Generali del Patrimonio industriale
(ROMA 9-11 GIUGNO 2022)
Past-president AIPAI
L’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – AIPAIcelebrerà i 25 anni del suo impegno per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio industriale, organizzando a Roma, dal 9 all’11 giugno 2022, la seconda edizione degli Stati Generali del Patrimonio Industriale. L’evento, confermando il format inaugurato a Venezia e Padova nel 2018, vedrà una massiccia partecipazione di studiosi, amministrazioni locali, enti preposti alla conservazione e alla tutela, progettisti, associazioni, operatori turistici e svariati altri soggetti coinvolti in questo esteso e composito ambito del patrimonio storico-culturale. La proposta congressuale, anche in questo caso, presenta una grande articolazione di approcci e contenuti in perfetta coerenza con un campo di studi molto composito e di carattere eminentemente interdisciplinare.
n. 5 - Novembre 2021
Il Parco minerario dell’Isola d’Elba erede delle miniere del ferro e di una miniera di carta
di Sara Guiati
La fregata “Undaunted” che portò Napoleone all' Isola d' Elba gettò l'ancora nella rada di Portoferraio il 3 maggio del 1814. La prima persona a salire sulla nave per accogliere il nuovo re dell'isola fu Pons de l'Hérault, direttore delle miniere elbane. La sua presenza nella delegazione di benvenuto testimoniava l'importanza dei giacimenti di ferro nella storia.
Fin dall'antichità le miniere elbane hanno rivestito un ruolo rilevante; le prime tracce risalgono all'Ottavo secolo avanti Cristo. I navigatori greci conoscevano l'Elba: la chiamavano Aethalia, per i fuochi accesi dagli Etruschi per fondere il ferro. I Romani dominarono inseguito l’isola sfruttandone le risorse. Lo ricordano i versi dell’Eneide di Virgilio, che decantavano la ricchezza mineraria dell’Elba: “Ast Ilva […] Insula inexhaustis Chalybum generosa metallis […]” (Eneide, libro 10, versi 146-214).
n. 5 - Novembre 2021
All’armi siamo turisti!
di Fabio Canessa
Siete turisti o pellegrini? Il turista tende a percorrere il più velocemente possibile il cammino, si dimostra poco interessato agli ambienti che attraversa e, tutto proiettato verso la meta, non vede l’ora di essere arrivato. Il pellegrino al contrario è interessato soprattutto al viaggio in sé, si muove lentamente e assapora con gusto la strada e i luoghi del percorso. In lui, “la lentezza diventa il paradigma di una fruizione emotiva dei luoghi, in cui paesaggio, arte, memorie storiche e religiose dell’antico interagiscono e possono suscitare risonanze interiori”, scrive Vincenzo De Caprio, uno dei massimi specialisti italiani della letteratura di viaggio.
Al percorso del Grand Tour, strumento di formazione culturale e di conoscenza razionale, si è sostituita l’agitata e frenetica organizzazione del turista moderno, che viaggia per vedere, scattare foto e selfie e dire di aver visto il posto, con la medesima volgarità d’animo con la quale i vitelloni della provincia di una volta si vantavano di essersi fatti tutte le belle ragazze del paese.
N. 4 ottobre 2021
Architetture e spazi dell’identità e della modernità
Il polo culturale di Piombino occasione unica per nuove prospettive alla città e non perdere la memoria
Ne parliamo con l’architetto Salvatore Re progettista dell’opera
..Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.
I. Calvino, Le città invisibili, “La città e la memoria. 3.”
Il progetto del Polo culturale di Piombino, approvato nel 2010 e iniziato nel 2012 dall’allora amministrazione comunale, prevede il recupero funzionale di un edificio storico molto pregiato, un convento francescano adiacente alla chiesa della Misericordia in piazza Manzoni e completato nel XVI secolo con un chiostro di pregio, che nel corso del ‘900 è stato profondamente rimaneggiato ospitando un istituto professionale (Ipsia “A. Volta”).
Si fonda sulla volontà di unire la realizzazione di una nuova biblioteca pubblica alla creazione di un vero e proprio centro culturale e sociale, con funzioni e servizi anche diversi, in grado di promuovere coesione e di mobilitare l’interesse e l’attenzione dei cittadini e di tutto il territorio...
N. 4 ottobre 2021
La Biblioteca Gronchi di Pontedera: una struttura legata ai cambiamenti della società
La biblioteca civica di Pontedera era sorta nel 1952, per volontà di un’amministrazione di sinistra.
All’inizio era poco più di una stanza. Meno di 30 mq. 2 Scaffali, un paio di tavoli e una manciata di posti per la lettura. Pochi libri e qualche rivista. Funzionava anche come sala dibattiti di un vivace circolo culturale. Era frequentata da pochi studenti ed aveva un bibliotecario. Dopo l’alluvione del 1966, la crescita della scolarizzazione suggerì ad un’ altra amministrazione sempre di sinistra di fare un salto. Si comprò una villa signorile appartenuta alla famiglia Crastan. ...
N. 1 Luglio 2021
Le biblioteche civiche toscane tra pandemia e ripartenza
di Roberto Cerri
Le biblioteche locali toscane hanno sofferto l’impatto del Covid assai meno di altre istituzioni culturali. Dal maggio 2020 infatti sono state quasi tutte riaperte sia pure a scartamento ridotto.
Hanno rattrappito i loro servizi, hanno patito l’andamento carsico, ora in presenza e ora in DAD delle scuole, perso lettori in sede, ma acquisito un po’ più di visibilità in rete.
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