Non solo buono

Quando moda, lusso e cibo si incontrano 

di Francesca Passeri

 
Sono molteplici le contaminazioni fra cibo, moda, design e lusso.
Il cibo prende le forme della moda, del logo, sviluppando strategie di co-branding o visionarie modalità di dialogo che fanno riflettere sulla necessità di essere costantemente alla “moda” fino a sfiorare esagerazione e talvolta provocazione.
Il fenomeno del fashion food design, ad esempio, unisce palato e moda; il mondo dei social è diventato palcoscenico privilegiato di questa “conversazione”, in cui i food bloggers si sono trasformati in veri e propri influencers, e i cosiddetti Foodies, appassionati di cibo, divengono sempre più presenti sul web e in televisione e assurti ormai al rango di celebrità.
Il marketing continua pertanto a puntare sull’esperienza, parola chiave per catturare l’attenzione di un consumatore sempre più attento ed esigente.

Ne è un esempio il connubio fra Gucci e Massimo Bottura, anima dell’Osteria Francescana a Modena, che ha dato vita, all’interno del Gucci Garden a Firenze, alla Gucci Osteria, oggi sotto le sapienti mani di Karima Lopez.
La maison Gucci sotto la guida del suo direttore creativo Alessandro Michele, trova in Massimo Bottura il partner ideale per rinforzare la modernità del brand, mantenendone e reinterpretandone storia, valori, codici.
Dal 2018 la Gucci Osteria incarna i medesimi valori di alta creatività della maison Gucci.
Oggi una linea di ristoranti di cucina italiana contemporanea declinata nel mondo in multipli e cangianti identità. Una filosofia culinaria, cavalcante con creatività, eleganza, humour e sensualità, l’onda delle stagioni dove sempre trae l’ispirazione. Un piede nella tradizione, l’altro nella sua incessante evoluzione. Cucinare semmai l’irripetibile, vivendo insieme l’istante. Mirare al futuro spalancando porte e finestre al presente (www.gucciosteria.com).
Un atelier di cultura, dove Alessandro Michele da un lato, e Massimo Bottura dall’altro, fanno dialogare i loro due mondi, invitando il visitatore ad immergersi nell’universo fluido che oggi è ben rappresentato dal brand Gucci.

Michele e Bottura non sono però gli unici ad avere una visione avveniristica e provocatoria del dialogo fra cibo e moda; la borsa hamburger di Moschino eleva il junk food per eccellenza a cibo come new fashion, come moda, così come la borsa Happy Meal disegnata da Jeremy Scott, sempre per Moschino, trasforma il brand simbolo del cibo veloce nel mondo, ad accessorio esclusivo, mantenendo la trasgressione e la creatività del suo fondatore Franco Moschino.
 
Dall’incontro fra la creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, e l’arte dolciaria di Fiasconaro, nasce un panettone tipicamente milanese rivisitato con i sapori della Sicilia. Un prodotto artigianale che mette insieme lo stile della moda con quello della pasticceria (www.dolcegabbana.com).
Le scatole di latta che contengono i panettoni sono disegnate da maestri siciliani con colori, motivi e simboli che richiamano la vivacità della splendida Sicilia, terra di grande ispirazione per i due stilisti che hanno fatto di questo luogo l’identità delle loro esclusive collezioni.

La moda “sfrutta” il cibo per rendersi più sostenibile, utilizzando materiali di scarto per la produzione di tessuti, ne fu straordinario palcoscenico la mostra “Sustainable Thinking” presso il Museo Ferragamo, due anni orsono.
Maison Martin Margiela, per la collezione primavera/estate 2019 lancia “la moda commestibile”, indumenti che possono essere mangiati, lo scopo è quello di lanciare un grido d’allarme verso un consumismo sfrenato e incontrollabile.

Estetica, sperimentazione, innovazione, esclusività, esperienza: il mondo della moda e del cibo si uniscono e probabilmente seguono la stessa strada.