#Chinonlegge

di Sasha Naspini

 
Quando uscì la bella iniziativa #ioleggoperché – la grande raccolta di libri a sostegno delle biblioteche scolastiche (ad oggi sono stati donati oltre un milione di volumi) – mi divertii a capovolgere il concetto.  Insomma, l’affermazione “Io leggo perché…” dà per assunto che ci sia quel gesto, è divertente provare a dare un nome a una certa spinta, specie per incoraggiare i bambini.
Mi chiesi: e chi non legge com’è? Cosa fa?
Provai a buttare giù un post scherzoso (ma neanche tanto) in quel senso, che poi dilagò sulle pagine di qualche giornale, fu rilanciato da alcune riviste. Ebbi perfino la tentazione di creare un sito apposito, che contenesse quel fiume di definizioni da parte degli utenti, alcune geniali, ma si rivelò subito un lavoraccio. Lasciai perdere.
Però è un pallino che resta: cos’è che impedisce a tanta gente di farsi un regalo del genere? I dati sulla lettura in Italia sono sempre tra i peggiori in Europa… 
L’argomento è complesso, impossibile da trattare qui. Eppure resto convinto che una sorta di rubrica-shock (che ne so, in forma di post, di microspazio radiofonico, trafiletto…) potrebbe essere uno strumento utile. Una secchiata d’acqua fredda, di quelle che ti fanno arrabbiare tantissimo, mentre te ne stai tranquillo a prendere il sole senza pensieri.

Forse le esternazioni più interessanti arrivarono da coloro che reagirono male a quella provocazione, difendevano il loro diritto a non leggere, a fare del proprio tempo ciò che volevano, giustamente. Non volevano maestrini che gli dicessero come impiegare la propria esistenza. Tra le battute definitive che andavano (vanno) più in voga: “Chi legge vive le vite di altri e non la sua”. Tanto fervore raccontava (racconta) qualcosa.
Insomma, quella faccenda dell’hashtag non passò indifferente, e questo fu già una piccola vittoria. I detrattori sfegatati leggevano affermazioni come: “Chi non legge non si rinnova” e diventavano matti, sembravano pronti a rovesciare il tavolo. Poteva capitare che uno di loro entrasse in libreria e ne uscisse con un titolo, per il gusto di demolire la tale definizione. Spesso ci riuscivano (se leggi con il freno a mano a che serve). Altri, inaspettatamente, si ripresentavano in quel negozio. «Scusi, avete per caso un altro titolo di…»
Sono contento di rimettere qui quel primo post. Faceva così:

"Chi non legge diventa vecchio a vent’anni. Chi non legge dà sempre la colpa agli altri. Chi non legge ha un’opinione su tutto. Chi non legge viaggia poco (o male). Chi non legge fa le canzoni brutte. Chi non legge ascolta le canzoni brutte. Chi non legge vive di luoghi comuni. Chi non legge ha un alfabeto interiore misero. Chi non legge ha un alfabeto esteriore ricco. Chi non legge non è curioso. Chi non legge dice che lavora troppo e non ha mai tempo per leggere. Chi non legge fa i salti mortali per vedere le partite in televisione. Chi non legge ha poche cose da raccontare ai figli. Chi non legge ama le armi. Chi non legge vuole un grosso motore urlante sotto il culo. Chi non legge ed è un po’ carino, dopo un aperitivo non sa più di niente. Chi non legge e fa cacare è spacciato. Chi non legge parla solo di sé. Chi non legge non parte per Parigi da un giorno all’altro. Chi non legge dice che la paura va combattuta, non accolta. Chi non legge vive una volta sola. Chi non legge non si sfida né si fida. Chi non legge guarda i film dove bisogna ridere per forza. Chi non legge si sente invaso dal diverso. Chi non legge si fa comandare. Chi non legge a sessant’anni se ne pente, tanto. Chi non legge non fa carriera. Chi non legge banalizza i sentimenti. Chi non legge è solo, per davvero. Chi non legge dice che l’algebra non serve a niente per fare la spesa. Chi non legge ha il ceffone facile. Chi non legge non si rinnova. Chi non legge dice che i tagli di Fontana era capace a farli anche lui. Chi non legge dice: «E chi cazzo è, Fontana?». Chi non legge prende le ferie perché la squadra del cuore ha perso il derby e ha paura di essere preso in giro dai colleghi. Chi non legge ammette che gli altri possano pensarla diversamente, ma. Chi non legge scrive male e dice: «L’importante è capirsi». Chi non legge pensa che la vittoria di una vita siano i soldi. Chi non legge chiede scusa malvolentieri. Chi non legge accorda mille attenuanti a se stesso e nessuna agli altri. Chi non legge dice in continuazione di avere una grandissima storia nel cassetto. Chi non legge non costruisce niente di nuovo. Chi non legge prende in giro chi legge e non sa bene perché (anzi, lo sa benissimo). Chi non legge dice che preferisce vivere, e poi passa la giornata sul fantacalcio.
(continua tu)