Best Thing You Never Had
Un lungo giro turistico tra festival ed eventi in Italia 

di Donato Zoppo

«Con la cultura non si mangia», sentiamo ripetere da tanti, troppi anni. Soprattutto quando si vuole giustificare, con questo sciocco adagio, l’assenza di interventi a sostegno del settore. Evidentemente la cultura, dunque le arti, i saperi, le musiche, sono poco rassicuranti. Non è questa la sede per dimostrare il contrario – in tutta onestà non ce ne sarebbe neanche il bisogno – ma basta dare un’occhiata alla programmazione dell’estate italiana del 2022. L’area dei festival, anche solo quelli musicali, sta rivelando una vitalità notevole, tanto da far lavorare artisti, organizzatori e promoter, tecnici e manovalanza di vario genere, uffici stampa, albergatori, trasporti e altri settori.  Dopo due anni di Covid, la cosa ha davvero un sapore liberatorio.
 
A proposito di musica, di rinascita e liberazione, da qualche mese è uscito un disco tanto atteso, sin dal titolo: Everything Was Beautiful, nono album della storica formazione inglese degli Spiritualized. Band di area neopsichedelica molto attiva negli anni, sono la colonna sonora perfetta per i viaggi in musica di questa estate. Basta ascoltare uno dei pezzi chiave, Best Thing You Never Had, per entrare pienamente nel clima elettrizzante e giramondo. Lo facciamo assistiti da un progetto molto utile. Un libro interessante e prezioso recentemente pubblicato da Altraeconomia, si intitola In giro per festival - Guida nomade agli eventi culturali. Festival di pensiero, letteratura, musica, teatro, cinema e arte in Italia. Gli autori sono Oliviero Ponte Di Pino e Giulia Alonzo.

In primis è bene sottolineare che il libro è nato come “gemmazione” dal sito Trovafestival.it, immancabile guida online agli eventi italiani: lo staff lavora da tempo alla schedatura e compilazione di una mappa dei principali eventi di arte e cultura sul territorio nazionale. Un’iniziativa lodevole, che diventa giorno dopo giorno documento storico con tanti risvolti imprenditoriali, ecologici, artistici in senso lato.
Con la prefazione di Paolo Fresu, In giro per festival è un vademecum per chiunque voglia organizzare le sue vacanze in chiave culturale e itinerante. Il testo raccoglie in prima battuta qualcosa come 350 festival italiani di ogni genere: eventi di pensiero, letteratura, cinema, teatro, musica, arte e ambiente. Di questi, ben 100 sono approfonditi nelle loro caratteristiche peculiari con schede ad hoc (indicative di programmi, location, ospiti, storia etc.). Infine altri 250, catalogati in 14 aree differenti, sia geografiche che contenutistiche: montagne, isole, borghi, location magiche oppure temi specifici come il noir, l’esotismo, la prospettiva femminile o LGBTQ+.

Già da questa scelta di fondo si intuisce che alla proverbiale biodiversità italiana corrisponde anche una eterogeneità sorprendente nell’offerta culturale. Dai più istituzionali e longevi Umbria Jazz, Pordenone Legge, Bergamo Scienza, Locus e Time In Jazz all’originale Sponz Fest di Vinicio Capossela, per arrivare alla culla del jazz Rumori Mediterranei di Roccella Jonica o al FLA di Pescara, l’Italia rivela una mappatura considerevole, dalle metropoli ai paesini in altura, dalle vallate alle spiagge. Bene hanno proceduto gli autori nel selezionare eventi su tutto lo Stivale, creando connessioni anche con l’ospitalità e dividendo per argomenti: festival della lirica come il Macerata Opera Festival, appuntamenti imperdibili per la street art (CVTà Street Fest in Molise), l’immancabile ma sempre intrigante Giffoni Film Festival o Festambiente in Maremma, ma anche l’anomalo Le Lune e i Calanchi in Lucania, all’insegna della paesologia.
Dichiara Ponte Di Pino: “I festival rappresentano un elemento centrale del panorama culturale italiano. A colpire è anche la varietà dei temi proposti da questo mondo, per attrarre pubblici di interesse non ancora sollecitati alla partecipazione a eventi culturali. Dal fumetto alla scienza e alla fantascienza, dalla disperazione alla comunicazione, dal nero al rosa, dalla biodiversità alla poesia, dal cinema asiatico a quello latinoamericano, tutto può diventare festival. Già Flaiano proclamava l’Italia la patria dei festival, Festivalia!”.

Come cantano gli Spiritualized, «Gonna be a long ride down, the best thing you never had». Buon viaggio italiano.