Il progetto DumBO a Bologna
Da scalo ferroviario a spazio creativo in “transizione”
Intervista ad Andrea Giotti, Amministratore delegato di Open Event S.r.l.
(a cura di Benedetta Celati)
Vincitore del premio nazionale “Amministrazione, Cittadini, Imprese” 2022 di Italiadecide, associazione di ricerca per la qualità delle politiche pubbliche; gemellato con il creative hub The Cable Factory di Helsinki, grazie al progetto europeo Twin Hubs. Membro di oltre 10 reti e network regionali, nazionali e internazionali tra cui European Creative Hubs Network, European Network of Cultural Centres, European Creative Business Network, Clust-ER Cultura e Creatività, Lo Stato dei Luoghi, DumBO, acronimo di “Distretto urbano multifunzionale di Bologna”, è un progetto di rigenerazione a scopi socioculturali di un’area di circa 40mila metri quadrati, un tempo adibita a scalo ferroviario di smistamento merci e oggi restituita all’uso da parte della città e dei suoi abitanti.
L’iniziativa ha una natura imprenditoriale ma anche una forte vocazione alla contaminazione creativa di attività di tipo economico, associativo, istituzionale e civico.
Ne parlo con Andrea Giotti, amministratore delegato di Open Event S.r.l., società che si occupa, dal 2019, del recupero e della gestione di questo spazio.
Andrea, ingegnere di formazione, ha esperienza nel campo dell’organizzazione aziendale e dello sviluppo delle PMI, oltre che della comunicazione e organizzazione di eventi, grazie al lavoro svolto con l’agenzia Eventeria, che, insieme a Open Group, forma al 50% Open Event S.r.l.
Temporaneità e polifunzionalità sono le due caratteristiche principali di questo progetto.
Temporaneo è infatti, almeno inizialmente, il riuso a fini culturali e aggregativi proposto per l’area, quando, nel 2019, viene creata Open Event S.r.l. per rispondere all’invito ad offrire pubblicato da FS Sistemi Urbani S.r.l.– società partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, la cui mission consiste nella valorizzazione delle aree non più funzionali all’esercizio ferroviario – per la locazione transitoria di alcuni immobili all’interno dell’ ex scalo ferroviario di Bologna Ravone, collocato nel quartiere Porto-Saragozza (a Nord-Ovest del centro storico di Bologna), tra il canale Navile e i Prati di Caprara.
AG: Lo spazio era inutilizzato da diversi anni (la dismissione risale infatti al 2010). Con l’invito ad offrire, FS Sistemi Urbani S.r.l. mirava a trovare un gestore, sottraendo così l’area al degrado, nelle more di un progetto di medio e lungo termine per la riqualificazione degli immobili (riqualificazione da intendersi in senso ampio quindi implicante anche abbattimenti e ricostruzioni degli edifici).
Decidiamo di partecipare alla gara in difformità, manifestando il nostro interesse all’invito sebbene a condizioni parzialmente diverse da quelle proposte dal Gruppo Ferrovie dello Stato. Dopo diversi mesi viene rivisto il bando e a quel punto ci presentiamo nuovamente aggiudicandoci il contratto di locazione per 4 anni. Open Event S.r.l. viene creata ad hoc per gestire l’area e i progetti.
Abbiamo firmato il contratto a marzo del 2019, ma causa della pandemia abbiamo ottenuto una proroga fino alla fine del 2023. La scadenza è stata poi ulteriormente prororgata al mese di marzo 2024. Nel frattempo, il Comune di Bologna è entrato in possesso dell’area, con una conseguente evoluzione della nostra situazione contrattuale.
Effettivamente, nel 2022 il Comune e la Città metropolitana di Bologna hanno siglato un protocollo di intesa con le società del Gruppo FS per regolamentare l’acquisto di una parte degli immobili dello Scalo Ravone interessati dai progetti per i c.d. Piani Urbani Integrati (PIU), strumento finalizzato a realizzare una pianificazione urbanistica partecipata attraverso i fondi PNRR. Per rispettare le tempistiche dei finanziamenti europei, l’area, all’interno della quale si trova anche DumBO, è stata infine acquisita attraverso procedure espropriative.
AG: Fin dall’inizio il Comune di Bologna – che fa parte, insieme a Fondazione per l’Innovazione Urbana, Legacoop Bologna, Performa Architettura + Urbanistica, del Comitato Scientifico di DumBO – è stato coinvolto nel nostro progetto. Subentrando nella proprietà, il Comune intende stabilizzare questa esperienza, riconoscendone i risultati positivi (almeno fino alla fine dei lavori connessi alla progettazione del PIU), diversamente da quanto sarebbe invece avvenuto se il proprietario fosse rimasto il Gruppo FS, che aveva altre prospettive per l’area.
DumBO entrerà a far parte di un vero e proprio quartiere urbano rigenerato, e pertanto vi sarà una graduale trasformazione dei rapporti e delle forme di gestione di questi spazi.
Parlando invece della seconda caratteristica, la polifunzionalità, quali sono le potenzialità dell’area che avete deciso di sfruttare per realizzare la vostra idea? E quali rapporti avete instaurato con l’amministrazione?
AG: La nostra fortuna è stata che l’ex scalo ferroviario era composto principalmente da magazzini, quindi, da edifici che non comportavano problemi di tipo ambientale. I fabbricati poi in massima parte erano in buone condizioni (anche se sprovvisti di impianti di riscaldamento e di altre infrastrutture necessarie). Oltre allo sviluppo culturale, possiamo dire che ci siamo occupati anche della ristrutturazione e della manutenzione dello spazio, dando la possibilità anche a chi lo ospiterà in futuro di poterlo utilizzare al meglio.
Vari lavori adesso verranno svolti direttamente dal Comune di Bologna nell’ambito della riqualificazione dell’intera area.
Sicuramente molte progettualità sono state sviluppate anche alla luce delle esigenze pratiche che si sono presentate. L’emergenza da Covid-19 in questo senso ha contribuito a spingerci a fare delle scelte che avremmo probabilmente fatto con tempistiche diverse. Abbiamo vinto poi un bando della Regione Emilia-Romagna per l'approntamento di uno spazio dedicato al co-working e al mutualismo a fianco di quello che si definisce il blocco di comunità, dove ospitiamo tutte le associazioni del territorio. Inoltre, c'è un laboratorio condiviso, una zona destinata agli apicoltori e un’area dedicata alla sostenibilità.
Restituire nuove funzionalità agli immobili ha richiesto, al contempo, una interlocuzione con i residenti del quartiere, soprattutto alla luce del fatto che alcune attività, quali ad esempio i concerti (DumBO ospita alcune serate del festival di musica elettronica Robot), possono creare fastidi a chi abita in questa zona. Oltre alle riunioni periodiche, abbiamo creato una linea rossa, ossia la possibilità di parlare con noi per la segnalazione di criticità in qualsiasi momento, e abbiamo attivato un servizio di street tutor. In questa fase di dialogo con i residenti il Comune ci ha indubbiamente aiutato. La collaborazione con il lato pubblico è però costante su vari fronti, a partire dalla condivisione di alcune progettualità specifiche. Del resto, se da una parte portiamo avanti imprescindibili obiettivi di sostenibilità economica, dall’altra abbiamo ben chiara l’utilità sociale di quello che stiamo facendo: dalla restituzione di un pezzo di città in sicurezza ai cittadini, alla messa a disposizione degli spazi in maniera gratuita e alla realizzazione di interventi che non hanno alcun ritorno in termini commerciali.
DumBO è uno spazio che di fatto non è mai chiuso e in questo senso può essere considerato di “uso pubblico”. Il nostro obiettivo è anche quello di creare occasioni di collaborazione tra realtà diverse (aziende, professionisti, associazioni e semplici cittadini), diventando facilitatori di relazioni e opportunità.