L’ALBERGO DIFFUSO

Un modello di ospitalità sostenibile


Intervista a Giancarlo Dall’Ara

L’albergo diffuso è una tipologia di recente diffusione in Italia e in Europa, nata dall’idea di utilizzo a fini turistici delle case vuote ristrutturate coi fondi del post terremoto del Friuli (1976). Il modello di ospitalità “albergo diffuso” è stato messo a punto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico ed è stato riconosciuto in modo formale per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica 
che risale al 1998.

La progressiva e costante diffusione dell’”albergo diffuso” è dovuta principalmente all’attenzione di una parte della domanda turistica ai contenuti di sostenibilità e rispetto dell’ambiente proposte da alcuni luoghi di soggiorno. È in questo contesto che va collocata la natura propria di tale tipologia ricettiva. La naturale collocazione, pertanto, dell’”albergo diffuso”, riferendosi ad un modello ampio ed elastico definibile come “paese albergo”, vede privilegiare i piccoli centri storici ed i borghi e nuclei di antica formazione o gli insediamenti rurali o montani, pur non escludendo la validità di soluzioni legate a singole presenze significative in contesti diversamente urbanizzati. 

Ed è proprio con Giancarlo Dall’Ara che ne parliamo, presidente dell’ADI - Associazione nazionale Alberghi Diffusi, nata il 15 giugno 2006 in occasione del primo “Raduno Nazionale dei Gestori dell’Albergo Diffuso” tenutosi a Rimini e avente la finalità di promuovere e sostenere lo sviluppo degli alberghi diffusi in Italia, tutelandone l’immagine e la reputazione presso le istituzioni pubbliche, la stampa, il sistema intermediario e la domanda turistica.


Quale è la situazione dello sviluppo della formula degli Alberghi Diffusi in Italia?

Sono circa 150 le strutture ospitali che hanno tutti gli standard necessari per essere considerati alberghi diffusi. Inoltre vi sono almeno un altro centinaio di strutture che hanno ripreso alcuni degli standard dell'albergo diffuso. Dunque complessivamente parliamo di una realtà composta da 250 imprese ricettive.

Gli AD operano in borghi, di norma fuori dagli itinerari turistici internazionali e spesso non semplici da raggiungere, ciononostante il 90% di loro è aperto tutto l’anno. Credo che questa situazione fotografi bene il successo della formula dell'albergo diffuso, anche dal punto di vista economico. I motivi del successo sono semplici: si tratta di una formula originale, diversa da tutte le altre proposte di ospitalità, che risponde al bisogno di autenticità che caratterizza gran parte dei viaggiatori, e che offre proposte non pensate per i turisti. 

 

Può descrivere brevemente il profilo degli ospiti degli Alberghi Diffusi?

Fino al 2019 oltre il 50% del movimento turistico negli Alberghi Diffusi italiani era di provenienza estera (Germania e Gran Bretagna soprattutto, con una quota significativa proveniente da Giappone e Usa). A consuntivo 2022 probabilmente quella percentuale sarà sensibilmente ridotta ma largamente ricompensata dagli arrivi di italiani.

 

Quale contributo danno gli Alberghi Diffusi allo sviluppo dei borghi del nostro paese?

In generale tutti gli AD portano nuovi residenti nei borghi, e costituiscono un freno allo spopolamento. Un albergo diffuso su due apre e gestisce nuovi servizi (botteghe, ristoranti, laboratori artigiani…), quindi anima i borghi e rende lo stile di vita locale più gradevole. Inoltre tutti gli AD hanno l'effetto di far nascere altre strutture ospitali quali B&B o residence. 

 

Un AD può nascere in un borgo completamente disabitato?

No, perché il risultato sarebbe quello di offrire agli ospiti solo l'incontro con altri turisti, e l'AD non sarebbe altro che un villaggio turistico, magari meno standard. Mentre un vero AD deve essere in grado di offrire l'incontro con la comunità locale, e la possibilità di vivere lo stile di vita del luogo.

 

Quale è la situazione degli AD nel mondo?

Siamo appena agli inizi dell’internazionalizzazione dell’Albergo Diffuso, ciononostante vi sono esempi di interesse in Croazia, in Svizzera, in Germania, e in Albania. In Asia l’albergo diffuso è molto conosciuto in Giappone dove operano già diversi AD, e in Africa è stato aperto il primo albergo diffuso in Rwanda.

 

Quali sono i problemi che incontra lo sviluppo dell’AD?

Credo che il vero problema che abbiamo di fronte sia di carattere culturale. In sintesi è difficile far capire che le case e gli standard strutturali che devono caratterizzare un AD, non bastano, e rappresentano solo una parte del modello dell’albergo diffuso, il resto è dato dalla risorsa umana: il gestore, il modello gestionale, la comunità dei residenti...

In ogni caso l'Albergo Diffuso vive una situazione privilegiata. Non credo esistano altre soluzioni sostenibili (in termini sociali, ambientali ed economici) che evitino museificazione e spopolamento dei borghi, che contribuiscano significativamente al loro sviluppo e all'economia locale.