Nella nostra società delle immagini, tra schermi di tv, pc e cellulari, social e piattaforme, qual è il destino della parola?
Quello di essere usata in modo falso, perché non corrisponde mai alla cosa. Colpa della banalità e dell’ignoranza sempre crescenti del ceto politico, del ceto giornalistico e dei loro accoliti. A partire dalla parola democrazia, che non corrisponde affatto alla realtà della nostra forma di governo.
Qual è l’origine, e dunque il vero significato, della parola “democrazia”?
È una parola greca che nasce polemicamente, come termine negativo, usata dagli oligarchici per denigrare uno stato nel quale politicamente prevale il “demo”, cioè i non ricchi, quelli che non possiedono la terra, considerati gentaglia. Lo dimostra bene Pseudo-Senofonte che, senza infingimenti, dichiara brutalmente questo.
Poi però la parola “democrazia” ha assunto una connotazione positiva.
Poi la parola “democrazia” si eclissa, tanto è vero che in latino non esiste. Tornerà fuori dopo molto tempo, con un’accezione positiva perché legata al senso di diritto elettorale e tutto quello che questo comporta.
Come siamo arrivati a questo?
La storia è lunga e parte da lontano. Il fenomeno risale a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, quando la spinta al suffragio universale si fa forte e allora nasce la teoria elitista di Gaetano Mosca, il quale sosteneva crudamente che le élite potenti contano molto di più delle masse disorganizzate. Era un precursore: quello che lui diceva per gli Stati nazionali oggi viene realizzato su scala continentale, addirittura planetaria.
Nell’indifferenza generale, apparentemente, perché nessuno sembra capirlo o ammetterlo, anzi tutti sbandierano e lodano il valore della democrazia.
Basterebbe leggere i Quaderni dal carcere, in particolare il tredicesimo, nel quale Antonio Gramsci scrive limpidamente che se i ceti dirigenti perdono le elezioni vuol dire che si sono distratti, perché hanno tutti gli strumenti per vincere sempre.
Oggi la situazione è ulteriormente peggiorata?
L’unica opposizione sociale sono i sindacati, perché i partiti di sinistra ormai vogliono essere sempre governativi. Ma la mentalità sindacale è gretta e miope. Draghi i sindacati non li riceve nemmeno. E loro scioperano, non si sa contro chi. Forse contro la Von der Leyen?
In una prospettiva futura c’è speranza che qualcosa cambi?
I demografi ci dicono che nel 2050 la Nigeria avrà una popolazione di 800 milioni, cioè triplicata rispetto a oggi. Di fronte a uno scenario simile, l’Europa o si lascia invadere o decade completamente. Non si tratta più di politica, ma di una colossale questione umana, di cui l’attuale immigrazione è solo la prima avvisaglia.
Che succederà secondo lei?
Non ho doti profetiche, ma mi viene in mente Jack London: nel suo romanzo “Il tallone di ferro”, chi ha il potere porta alla rovina tutti pur di non cedere.
Quali sono le parole più utili in una situazione così poco allegra?
Quelle di tutto ciò che viene insegnato in ambito umanistico: le parole che sono capaci di creare una coscienza critica, le parole che lavorano in profondità nelle coscienze.