Passeggiate patrimoniali sulla via del ferro

Alla scoperta dei paesaggi minerari e culturali delle colline metallifere

di Diego Accardo e Simonetta Noè 

Il territorio delle Colline Metallifere Grossetane rappresenta un unicum da vari punti di vista, non ultimo l’essere esemplare dimostrazione di come e quanto le caratteristiche geomorfologiche di un territorio ne possano condizionare le vicende antropiche in ambito storico, economico, culturale, sociale, politico.

La realtà metallifera della zona ha determinato una storia mineraria che ha radici nel Neolitico e che, attraverso l’epoca etrusca e poi quella medievale, si dipana in età medicea per proseguire, senza soluzioni di continuità, tra XIX e XX secolo fino a concludersi, negli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso, con la chiusura delle miniere.

Oggi che si torna a guardare al nostro sottosuolo in cerca di nuovi percorsi di sfruttamento per l’economia del nuovo millennio, si riattualizzano le passate vicende estrattive, mentre restano ancora evocativamente presenti gli emblemi materiali di quel remoto lavoro, sebbene visibilmente mortificati dagli effetti del tempo: ruggine, usura, fratture ne hanno disfatto l’aspetto grandioso e austero che un tempo sembrava assicurare l’illimitato potere del progresso tecnologico industriale.

Oggi, semmai, è un altro il messaggio che ci comunicano le tracce strutturali della secolare storia mineraria: ci parlano dell’oscillante alternarsi delle fortune-sfortune del territorio e dei suoi abitanti, le mutevoli vicende che hanno visto il mescolarsi delle popolazioni arrivate per cercare e trovare lavoro, le fasi di emigrazione quando il lavoro è finito, l’abbandono delle campagne sotto l’attrazione del lavoro in fabbrica, l’alterazione del paesaggio per costruire cave e scavare gallerie, la deprimente e statica incertezza di quando a quel lavoro un tempo totalizzante non si è riusciti a trovare efficaci alternative.

Accanto alle tracce metalliche di quel mondo, alle sue architetture e ai suoi edifici, resta un patrimonio immateriale articolato e multiforme che ugualmente rischia di sbriciolarsi: sono le feste tradizionali, i racconti, i modi di dire, le abitudini, le credenze, le conoscenze professionali, le storie dei singoli e delle comunità. È un patrimonio che le giovani generazioni oggi percepiscono poco, conoscendolo solo attraverso le memorie sfumate di chi, sempre più debolmente, ne può dare memoria.

Nel 2022 è nato il Comitato “Lido Santini” per richiamare l’attenzione verso entrambe queste anime del patrimonio minerario delle Colline Metallifere, non, però, in una chiave di lettura musealistica, antiquaria, quanto piuttosto progettuale, propulsiva, per la riqualificazione strutturale dell’intero tessuto territoriale, in una scommessa coraggiosa (o disperata) all’insegna dell’”adesso o mai più”.  Un simile slancio presuppone il coinvolgimento delle comunità locali, colte nella loro fisionomia e potenzialità attuali, assai differenti da quelle di un passato che sembra talvolta congelato al momento in cui la vocazione mineraria da peculiarità produttiva è diventata traccia per la memoria.

Nasce in quest’ottica la “Rete-Cantiere di Comunità”, gruppo di lavoro permanente sulle dinamiche del territorio, con l’obiettivo di sviluppare competenze di cittadinanza a partire dalla conoscenza e coscienza di luogo per la cura e la valorizzazione del patrimonio territoriale.

A sostegno di questo progetto, sono già avviate alleanze e collaborazioni multisettoriali: con Le vie dei Medici-Museo Diffuso En Plein Air, sostenuto da Italia Nostra, con la Società dei Territorialisti, con la Fondazione Cammino di Santa Barbara (Iglesias), in vista di una collaborazione ulteriore con la Federazione Europea degli Itinerari minerari.

Espressione esemplare dello spirito del progetto, sono le “Passeggiate Patrimoniali”, così come intese dalla “Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società” (“Convenzione di Faro”), ratificata dall’Italia nel 2020.

Le “Passeggiate Patrimoniali” sono percorsi tematici che intendono consentire di scoprire e/o riscoprire il territorio e la sua storia attraverso gli occhi e le voci di chi lo vive: percorsi da esplorare collettivamente, anche con l’aiuto di esperti, per cercare di dare un senso nuovo ai luoghi minerari abbandonati, per favorire lo stimolo verso istanze di cambiamento e di rinascita delle aree post-minerarie, superando l’attuale condizione di marginalità che questi territori stanno vivendo.

Al momento, sono in via di organizzazione tre passeggiate patrimoniali lungo la “Via del Ferro” dalle colline al mare. 

la prima passeggiata si svolgerà nel sito di Niccioleta, dalla Valle dello Stregaio al complesso minerario: un territorio che, anche visivamente, racconta in pochi chilometri più di duemila anni di storia dell’economia estrattiva; 
la seconda passeggiata dovrebbe essere realizzata dal sito di Fenice Capanne fino alle Ferriere dell’Accesa, per riscoprirvi le testimonianze storico-culturali delle diverse epoche, evidenziando al contempo le aree da bonificare;
la terza passeggiata è prevista, infine, lungo la “Via del Ferro” dall’Elba a Follonica fino ad arrivare a Valpiana, per conoscere le miniere, le fonderie, le ferriere Medicee e Granducali.

Si ricomincia da qui ….