Breve cronaca di un bene comune emergente

di Andrea Ghelfi 

Un tema cardine dei movimenti agroecologici contemporanei è quello dell’accesso alla terra. Un’esperienza singolare di riappropriazione di terra e di transizione socio-ecologica dal basso è quella di Mondeggi Bene Comune, Fattoria Senza Padroni. Un’esperienza che dura da più di dieci anni, e nella quale la pratica agroecologica intreccia il tema dei beni comuni emergenti.

La fattoria di Mondeggi si trova nel comune di Bagno a Ripoli, a circa dodici chilometri dal centro di Firenze. Negli anni '60 del secolo scorso, l'intera fattoria è stata acquistata dalla Provincia di Firenze, diventando proprietà pubblica. Con questo passaggio di proprietà, la fattoria di Mondeggi divenne la sede della società agricola Mondeggi Lappeggi S.r.l., di cui la Provincia di Firenze era l'unico socio. L’azienda agricola è progettata con i metodi dell’agricoltura convenzionale, intensiva, monoculturale e meccanizzata: olivi, vigneti e altre colture come grano e girasole sono stati piantati secondo questa idea di agricoltura. Negli ultimi anni della sua esistenza, l'azienda ha accumulato un debito di oltre un milione di euro, portando al fallimento della società e alla sua successiva liquidazione nel 2009. Da allora, l'intero complesso è stato progressivamente abbandonato, portando al deterioramento degli edifici e al degrado delle coltivazioni, tra cui vigneti e oliveti. Dal 2011 la tenuta di Mondeggi diviene oggetto di una lotta: l’ente pubblico la vuole vendere a privati per fare cassa e una comunità variegata di cittadini e attivisti inizia una mobilitazione per impedirne la vendita. A partire da giugno del 2014 la mobilitazione fa un passo di qualità: grazie alla pratica dell’occupazione inizia la storia di Mondeggi Bene Comune. Se Mondeggi non si vende è la parola d’ordine che promuove una lotta contro la privatizzazione, la pratica dell’azione diretta è il modo concreto attraverso il quale la mobilitazione fa nascere una nuova istituzione, un contropotere, che dal basso produce dichiarazioni e regolamenti di gestione collettiva del territorio e processi quotidiani di uso civico e collettivo della terra. La lotta per la difesa del pubblico ha fatto germogliare una istituzione del comune.

Nel giugno 2014 la tenuta è occupata da un gruppo di attivisti e diventa la più grande occupazione di terra in Italia, quasi 170 ettari. Si costituisce un presidio contadino che occupa tre casolari, vive e lavora la terra, produce pane, miele, birra, vino, olio, prodotti fitoterapici (tisane, cosmetici naturali, tinture, ecc.), ortaggi e zafferano. Una parte significativa dei terreni è a disposizione di chiunque voglia aderire ai progetti MO.T.A. (terreni auto-organizzati Mondeggi) e MO.V.A.(vigneti auto-organizzati Mondeggi): una parte consistente dell’oliveto, del vigneto e gli orti sono suddivisi in parcelle, e distribuiti. Questi progetti di uso civico e di autoproduzione alimentare coinvolgono più di 300 persone garantendo la cura degli olivi, del vigneto e dando vita a una cinquantina di orti. Ogni due anni Mondeggi ospita la Scuola Contadina[i], un’iniziativa che si estende per alcuni mesi e mette a disposizione corsi e lezioni su saperi contadini e autoproduzioni alimentari. Tra i corsi offerti, che coinvolgono centinaia di persone ben oltre il territorio regionale, ci sono i laboratori di apicoltura, panificazione a lievitazione naturale, orticoltura organica, olivicoltura, viticoltura biologica ed erboristeria.

I beni comuni di Mondeggi sono inseparabili dalla costruzione di un territorio non proprietario e aperto.  In questa prospettiva Mondeggi può essere visto come un esperimento di uso civico della terra irriducibile al moderno diritto proprietario incapace di leggere l'uso di un territorio oltre le categorie complementari di proprietà pubblica e privata. Ma i beni comuni sono qualcosa di più. Qui i beni comuni non si riferiscono solo all'invenzione di pratiche di gestione collettiva, all’esercizio della democrazia di base, all'accesso e all’uso comune della terra. Questi sono certamente elementi chiave nella politica di Mondeggi. Fin dal primo momento le persone coinvolte nel progetto hanno iniziato a definire Mondeggi un territorio di beni comuni emergenti, che significa che diverse sfere del comune emergono all'interno di un'attività di commoning che implica una coabitazione quotidiana con altre persone e con gli animali, le piante e il suolo. Non si tratta solo dei commons sociali ma anche dei commons ecologici che emergono dal processo di messa in comune della materia. I commons di Mondeggi sono inseparabili dall'agroecologia, dalla riparazione materiale, da una reinvenzione delle forme di vita rurale, dal desiderio di coltivare una relazione quotidiana con la terra.
Le molteplici temporalità della cura e della riparazione ecologica sono complesse e articolate, e possiamo pensare fino a che punto una monocoltura di vite e un uliveto di diecimila alberi possano adattarsi a una comprensione ecologica dell'agricoltura in cui le reti di biodiversità e commensalità multispecie rendono sostenibile una fattoria. Nella riparazione ecologica raramente si parte da zero. La comunità di Mondeggi sta lottando per ereditare un territorio segnato dall'agricoltura industriale, per prendere parte a un complesso processo di riparazione ecologica: piantando un frutteto, introducendo animali nella fattoria, cambiando le tecniche di potatura e allevamento degli ulivi, favorendo l'aumento della sostanza organica nei suoli, riciclando l'acqua piovana. Il processo di rigenerazione agroecologica di Mondeggi[ii], tuttora in corso, ci insegna ad imparare ad ereditare ciò che è stato danneggiato e a pensare la riparazione ecologica a partire da pratiche di cura che trasformano i modi di abitare un territorio.

Il fare comune raduna una comunità attorno a un territorio, e a partire da luglio 2021 l’ente proprietario, che ora si chiama Città Metropolitana di Firenze, abbandona l’ipotesi di vendita della tenuta. La mobilitazione ha vinto, anche se come vedremo, si tratta al momento di una vittoria parziale. Città Metropolitana avvia un progetto di ristrutturazione dell’intera area, via PNRR, e al contempo avvia una negoziazione con la comunità per favorire un processo di legalizzazione dell’esperienza. Al contempo la comunità, dopo più di un anno di discussione collettiva, perde un pezzo di sé: chi non crede che il futuro di Mondeggi possa anche passare per una negoziazione tra comune e pubblico abbandona l’esperienza. Chi rimane invece rivendica tutto, e si attrezza per dare continuità e durata a questo esperimento in una nuova fase della mobilitazione: rivendica l’occupazione e la distribuzione popolare della terra, il ruolo attivo dell’azione diretta trasformativa nell’impedire la privatizzazione, la gestione comunitaria di quel territorio attraverso le pratiche agro-ecologiche, e si pone l’obiettivo di rendere la tenuta di Mondeggi un bene comune legalmente riconosciuto e giuridicamente riconoscibile. Inoltre, dal 2022 la comunità prepara un contropiano: inizia a costruire, assieme a molte realtà associative del territorio, il progetto Mondeggi2026, che altro non è che un tentativo di rendere Mondeggi un bene comune sempre più popolato da pratiche di innovazione culturale, solidarietà, inclusione sociale, ricerca scientifica, produzione agricola, educazione sportiva e artistica. Al momento la comunità sta mettendo sul tavolo della Città Metropolitana di Firenze tre proposte: avere precise garanzie sulla permanenza del presidio abitativo e delle attività sociali durante lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione della tenuta, il riconoscimento di Mondeggi come bene comune attraverso l’applicazione della legge regionale sui beni comuni[iii] e l’assegnazione della terra e dei casolari al progetto Mondeggi2026. La coalizione Mondeggi2026[iv] è l’esito di un processo di pianificazione dal basso del territorio che coinvolge, oltre alla realtà di Mondeggi, una serie di alleate chiave per allargare la partecipazione diffusa al processo di autorganizzazione territoriale. La partita è aperta, come da sempre nella storia di Mondeggi. 

[i] A partire da dicembre 2024 le attività della Scuola Contadina saranno affiancate da Coltivare Gaia, una scuola di ricerca in agroecologia con lo scopo di formare le formatrici dell’ecologia politica di oggi e di domani. Per approfondire i temi di Coltivare Gaia, consulta il sito mondeggibenecomune.org
[ii] Sulla rigenerazione agroecologica di Mondeggi vedi anche Ghelfi A., Troisi I. (2021). Agroécologie, autonomie et nouveaux biens communs. La communauté Mondeggi en Toscane. EcoRev’ – Reveu Critique d’Ecologie Politique, 51: 88-103. DOI:10.3917/ecorev.051.0088
[iii] la Legge Regionale Toscana n. 71 del 24 luglio 2020 “Governo collaborativo dei beni comuni e del territorio, per la promozione della sussidiarietà sociale in attuazione degli articoli 4, 58 e 59 dello Statuto” e il relativo Regolamento (BUR n. 103 del 15 dicembre 2021)
[iv] Il progetto Mondeggi 2026 è consultabile sul sito mondeggibenecomune.org