Storia del viaggio/Il viaggio nella storia
di Paolo Giovannini
Sebbene il viaggio sia stato da sempre un fattore fondamentale della storia umana, nella sua molteplicità di motivazioni, strategie e implicazioni politiche, economiche, sociali e culturali, soltanto negli ultimi decenni la storiografia si è soffermata specificatamente sull’argomento, nel quadro del rinnovamento degli studi storici, con un’ulteriore apertura della ricerca storica alle altre scienze sociali, che ha avuto come ricaduta un allargamento delle fonti e del ventaglio delle tematiche, permettendo così agli studiosi di inoltrarsi in territori finora poco frequentati oppure del tutto inediti.
Non a caso ciò è avvenuto in un periodo storico segnato dagli effetti della cosiddetta “seconda globalizzazione” (dopo la prima di fine ‘800) e dall’epocale cambiamento nella storia delle migrazioni prodottosi a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, che ha visto l’Europa divenire terra di immigrazione dopo essere stata per secoli (dall’inizio del XVI secolo) esportatrice di risorse umane un po’ a tutte le latitudini, con obiettivi diversi, dalla scoperta al popolamento, dalla conquista al colonialismo. Con spostamenti altresì alimentati da coloro che nell’età moderna sono costretti a fuggire per ragioni religiose e in età contemporanea per motivazioni politiche, sino alle deportazioni forzate e le pulizie etniche del ‘900, quando le nazioni intraprendono pianificate guerre di sterminio (nel contempo scontri fra eserciti, guerre civili e guerre ai civili), oltreché per spostare confini, per legittimare il proprio dominio su altri popoli, per spostare popolazioni, al fine di “semplificare” e di rendere sempre più omogeneo il proprio panorama etnico.
Lo storico statunitense della mobilità Eric J. Leed, introducendo nel 1991 un suo primo libro nel quale associa il tema del viaggio alla libertà, sottolinea come la storia del viaggio non sia ancora considerata un settore specifico della storiografia, per cui ritiene di dover documentare la sua rilevanza fondamentale, in quanto attività creatrice nella storia dell’umanità. Secondo l’autore il viaggio ha rappresentato una forza capace di cambiare il corso della storia, condizionando a diversi livelli gli individui, conformando i gruppi sociali e incidendo profondamente sulle strutture culturali. In tal senso i mutamenti dell’identità personale e della civiltà determinati dal viaggio colgono «nell’esperienza della mobilità territoriale un modello di trasformazione culturale, temporale, psicologica», sia a livello reale, concreto, che simbolico, per cui è soliti definire la vita «cammino» e la sua fine «trapasso». Ma nel lunghissimo arco temporale compreso dalle peregrinazioni di Ulisse di ritorno dalla guerra di Troia sino all’affermarsi del turismo di massa il viaggio è cambiato nel suo significato in maniera drastica: «Se nell’antichità e nel Medioevo attraverso pericoli e cimenti si attingeva alla purificazione interiore, con i grandi viaggi scientifici in epoca moderna viaggiare diventa fonte di libertà e di svelamento dell’io». Successivamente, con l’età contemporanea, passare da un posto all’altro consente alle persone «di riconoscersi [in] un’appartenenza nazionale» e di consolidare la propria identità.
In un secondo volume, uscito a distanza di cinque anni dal primo, Leed ritorna soffermarsi sul viaggio, prendendo questa volta in considerazioni elementi riferiti ai viaggi non liberi, «in cui le identità personali si perdevano, finivano assorbite nelle figure dei capi, negli equipaggi, nelle nazioni in movimento, nelle compagnie commerciali». Cosicché nelle dense pagine di questo libro lo storico nordamericano, anche in questo caso sostenuto da notevole ricchezza di fonti e da una polivalenza di approcci multidisciplinari, si sofferma su ciò che era rimasto fuori dal primo, ossia sulle spedizioni armate (militari, religiose,commerciali e scientifiche), sui trasferimenti imposti dalle autorità, indotti dalle guerre oppure dalle contingenze economiche, allorché il viaggio viene a rappresentare «un faticoso destino e una dura necessità», diviene in qualche modo «una missione da compiere», con «il continuo processo di trasmissione, da una cultura all’altra, di beni e divinità, di usanze, comportamenti e riti».
La storia dell’umanità è stata caratterizzata sin dalle ondate di avanzamento della preistoria da continui spostamenti di persone e popoli, mossi da una pluralità di stimoli e situazioni, con risultati che vanno dal pieno successo al rovinoso fallimento. Nella maggioranza delle circostanze le migrazioni hanno rappresentato la normalità, mentre è la sedentarietà a costituire qualcosa di “eccezionale”.
Anche lo storico comunque è un viaggiatore, nel senso che viaggia nel passato, attraverso spazi ed epoche diversi, nell’ambito di ricostruzioni che hanno al centro l’uomo nelle sue molteplici relazioni con i diversi contesti in cui si trova a operare, sia materialmente che dal punto di vista ad esempio della storia mentalità, definita una storia “immobile”, che si muove necessariamente sul lungo periodo. Il grande storico francese Marc Bloch, fondatore della rivista «Annales» e studioso del Medioevo, uomo perfettamente calato nel suo tempo e raro esempio di senso civico, ha altresì scritto pagine memorabili sulle false notizie circolanti nei primi anni della Prima guerra mondiale e sulla tragica sconfitta della Francia nel 1940. Lo storico sociale inglese Lawrence Stone ha significativamente intitolato un suo libro, nel quale riassume le sue riflessioni storiografiche e delinea alcuni passaggi e trasformazioni fondamentali che hanno caratterizzato la nascita del mondo moderno, appunto Viaggio nella storia. Infine, lo storico inglese Richard Cobb, specialista della storia francese rivoluzionaria, nel libro Tour de France (l’analogia ciclistica è evidente) raccoglie alcuni saggi dedicati al suo vagabondare fra i luoghi dove ha imparato il proprio mestiere e fra mondi contigui, come la letteratura e il cinema: «La storia – scrive -, oltre che letta, deve essere percorsa a piedi, vista, annusata, origliata».
Bibliografia essenziale
- Lawrence Stone, Viaggio nella storia, Laterza, Roma-Bari 1987;
- Eric J. Leed, La mente de viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale, Il Mulino, Bologna 1992;
- Richard Cobb, Tour de France, Adelphi, Milano 1995.
- Eric J. Leed, Per mare e per terra. Viaggi, missioni, spedizioni alla scoperta del mondo, Il Mulino, Bologna 1996.