Le navi e il mare:

Ragusa (Dubrovnik), una storia nel Mediterraneo

di Stefano D'Atri

 

«Le navi, e il mar, son’ invece à Raugia, di campi e d’oliveti». Questa definizione si trova nella Storia di Ragusa che Serafino Razzi scrive verso la fine del XVI secolo e può essere considerata la migliore rappresentazione di Ragusa. Perché la sua storia è legata al mare e dal mare Ragusa ha tratto la sua forza, forse – facendo le dovute distinzioni di scala - anche più di Genova e Venezia. 

Non si può fare a meno di provare un senso di meraviglia davanti alla storia straordinaria di questa piccola Repubblica, un territorio di circa 45 miglia e 54/5 mila abitanti nella seconda metà del XVI secolo. Situata a sud della costa orientale dell’Adriatico, Ragusa è posta all’incrocio delle strade che collegano l’Italia ai Balcani da ovest ad est e Venezia al Mediterraneo da nord a sud: un crocevia naturale, la congiunzione - come afferma Braudel - di due movimenti che Ragusa, con una non comune abilità politica, abilmente ha saputo trasformare in un vantaggio, un mezzo di potente crescita economica. 

1. Ragusa in una ricostruzione della fine del XVI secolo

La storia della fondazione di Ragusa è una storia basata – come spesso accade – su una sovrapposizione di cronache e mito. Quel che è certo che già alla fine del IX secolo, Ragusa era una città fortificata e di una certa importanza nel basso Adriatico e che, all’inizio del nuovo millennio, si trovò spesso invischiata nei conflitti che avevano l’Adriatico e la Dalmazia come protagonisti, nel periodo in cui Venezia inizia a costruire la sua sovranità nell’Adriatico. Ecco allora che da subito è riconoscibile quelle che sarà la caratteristica della sua storia, ovvero la capacità di muoversi su più fronti, In questi anni la città dalmata, da una parte, approfitta della debole sovranità bizantina – a cui è formalmente sottoposta – per stabilire non solo rapporti commerciali con diverse città italiane e. dall’altra, stringe i primi accodi commerciali con le vicine potenze balcaniche (Bosnia e Serbia). Con il dominio veneziano (1204-1358) inizia un periodo molto importante per la costruzione della struttura politica ed economica della città: proprio durante il XIII secolo hanno inizio i lavori della costruzione del porto cittadino (Gradska luka o, più comunemente Porat, come viene chiamato dagli abitanti di Dubrovnik). E non a caso lo Statuto cittadino promulgato nel 1272 contiene un intero Capitolo, il VII, dedicato alle navi e alla navigazione. 
A cominciare dalla seconda metà del XV secolo, poi, Ragusa sottoscrive un accordo con l’Impero Ottomano, veramente vantaggioso per entrambi i contraenti: pace, sicurezza e privilegi commerciali in cambio di un tributo annuale. Questo accordo è la vera chiave di lettura per comprendere questa storia: qui basterà evidenziare le più basse tariffe doganali e gli ampi privilegi commerciali concessi alla Repubblica, primo fra tutti quello di essere l’unica nazione cui era permesso comprare grano nei territori dell’Impero, con l’unica clausola di non venderlo nei paesi non mussulmani. Questo significa per Ragusa poter contare anche su un mercato di approvvigionamento granario che potremmo definire “protetto” tanto da consentirle – caso quasi unico nella storia mediterranea in età moderna – di affrontare con meno rischi le crisi granarie, crisi che nel Mediterraneo di età moderna rappresentano una sorta di “normalità”. 

2. Disegno del porto nel XVI secolo

Ecco allora che le “navi e il mare” si confermano le chiavi di lettura della nostra storia. Non c’è dubbio che la città e, più in generale. la Repubblica fosse situata in un territorio poco adatto alla coltivazione e, quindi, l’approvvigionamento cerealicolo raguseo dipendevano essenzialmente dal commercio. Un commercio che ha il suo punto di forza in una delle maggiori marinerie mediterranee e in una struttura di approvvigionamento che può contare su mercati diversificati ad Occidente e ad Oriente ma che ha nei mercati “protetti” ottomani la propria specificità. Ed è proprio il rapporto privilegiato con l’Impero Ottomano – che possiamo definire “un reciproco, conveniente, rapporto di affari”- a permette alla piccola Repubblica un margine di manovra impensabile, soprattutto se misurato dal punto di vista delle sue dimensioni politiche e territoriali. 
Potenza mercantile e navale tale da rivaleggiare per tutto il Cinquecento con Venezia, ponte economico e sociale (ma anche religioso) tra Occidente e Oriente, anomalia politica – tanto nella forma di governo quanto nell’estensione territoriale – in un’Europa sempre più dominata da monarchie nazionali e da grandi imperi sovranazionali, Ragusa è stato spesso un luogo visitato per cercare di trovare risposte alle grandi questioni che hanno accompagnato la ricerca storica nell’ultimo mezzo secolo. Cosa che, pero, spesso ha generato quella che ho definito “la sindrome del condizionamento”, ovvero non aver studiato Ragusa per quello che ha rappresentato nell’economia mediterranea in età moderna, ma, piuttosto, in funzione di altre esigenze e altre realtà. Invece la sua è una storia importante e la sua ascesa a potenza mediterranea, come ha affermato recentemente David Abulafia, deve essere considerato uno dei grandi avvenimenti della storia del Mediterraneo. 
Ecco allora che se vogliamo comprendere il Mediterraneo, dobbiamo studiare Ragusa, dal momento che, affermava Braudel, se «c’è una probabilità di comprendere il Mediterraneo del secolo XVI, la si trova proprio in questo centro privilegiato». 


3.     Ragusa vista da Levante. Acquarello sec. XIX 

Piccola bibliografia di riferimento
F. Braudel, Civiltà e imperi nel Mediterraneo nell'età di Filippo II, 2 volumi, Torino 1986.
S. d’Atri, Ragusa (Dubrovnik) in età moderna: alcune considerazioni storiografiche, in «Società e Storia», 109 (2005), pp. 599-609.
S. d’Atri, Le navi e il mar, invece di campi e d’oliveti, tengono la città abbondante d’ogni bene. Il sistema annonario di Ragusa (Dubrovnik) in età moderna, in «Storia Urbana», 134 (2012), pp. 31-56.
B. Krekić, Dubrovnik in the 14th and 15th. A city between East and West, University of Oklahoma Press, Norman, 1972
A. Nicetić, Povijest dubrovačke luke [Storia del porto di Dubrovnik], Hrvatska akademija znanosti i umjetnosti u Zagrebu. Dubrovnik 1996.
S. Razzi, La storia di Ragusa, Lucca, Per Vincentio Busdraghi, 1595 (reprint Bologna: Arnaldo Forni Editore, 1980).
J. Tadić, Le port de Raguse et sa flotte au XVIe siècle, in Michel Mollat (ed.), Le navire et l’Économie Maritime du Moyen-Age au XVIIIe siècle principalement en Méditerranée, S.E.V.P.E.N. Paris 1958, pp. 9-26.