Vivere Casa Cervi

di Albertina Soliani

 
Vive oggi Casa Cervi, il luogo della memoria della vita di una famiglia i cui 7 figli maschi sono stati catturati e fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943.
Vive la Casa dove i 7 Fratelli, i genitori Genoveffa e Alcide, le sorelle e le nuore hanno vissuto dagli anni Trenta in poi coltivando il podere dei Campirossi, studiando e cambiando l'agricoltura. Ben presto, in pieno regime fascista, hanno cominciato a cambiare la storia diventando antifascisti.

Dal 1972 l'eredità dei Cervi, materiale e morale, è stata affidata all'Istituto che porta il nome del padre, Alcide Cervi. E accanto alla casa, diventata anche Museo, hanno trovato sede la Biblioteca e l'Archivio di Emilio Sereni, antifascista e studioso dei movimenti dei contadini, delle trasformazioni delle campagne, del paesaggio agrario italiano.

L'Istituto oggi custodisce la memoria di questa storia, studia e fa ricerca, educa le nuove generazioni, accoglie tante persone che da ogni parte d'Italia e dall'estero vengono a incontrare questo luogo che evoca fiducia nel futuro, responsabilità delle coscienze, impegno per la democrazia e per la pace.

Vi sono molti luoghi di memoria in Italia, ciascuno esprime la sua unicità e nello stesso tempo i valori fondativi che il popolo italiano ha scelto di mettere alla base della Repubblica: la dignità delle persone, l'uguaglianza, la giustizia, la solidarietà, la pace.

Un luogo di memoria come Casa Cervi parla da solo, eppure il racconto dell'Antifascismo e della Resistenza, qui vissuti in modo drammatico, acquista un significato originale. Narra la vita, la cultura, la scelta, il sacrificio di una famiglia contadina, di coloro che trovarono rifugio in questa casa, la scelta di un popolo intero che con la Resistenza ha sconfitto il nazifascismo. Passarono di qui Otello Sarzi e la sorella Lucia, teatranti che in giro per la pianura padana portavano il nuovo messaggio. Qui, nell'aia di Casa Cervi, ogni anno si tiene il Festival Teatrale di Resistenza che porta all'attenzione di tutti le domande sul tempo presente, sulle sue inquietudini, sulle nuove resistenze su molti fronti.

Casa Cervi è un luogo popolare. Nel campo intorno alla casa il 25 luglio si distribuisce la pastasciutta, come in quel giorno del 1943 fecero i Cervi nella piazza del loro paese, Campegine. E così il 25 aprile un popolo grande si ritrova qui per vivere insieme la liberazione che ha aperto un mondo nuovo.

A Casa Cervi, nelle stanze dell'abitazione civile e nelle stalle, è allestito il Museo, dedicato alla scelta della libertà. Allestito secondo criteri museali vent'anni fa, come luogo contadino da cui è venuto il cambiamento della storia, oggi è stato rinnovato anche con nuovi linguaggi e strumenti multimediali.

Nel fienile della casa è stata costituita la Biblioteca per Ragazzi “Il Mappa Mondo” dedicata ai temi globali della multiculturalità. Tutto intorno è curato il Parco Agro-ambientale, con le essenze e colture antiche, con la stessa piantata reggiana destinata a produrre vino. Recentemente Legacoop dell'Emilia Ovest ha proposto la piantumazione di un tratto del bosco cooperativo e partecipato destinato a costituire un presidio Carbon Neutral.

La Scuola Estiva di Paesaggio, intitolata a Emilio Sereni, diretta da Rossano Pazzagli, è un appuntamento strategico per Casa Cervi. Quest'anno sarà dedicata al tema “Paesaggio e Viabilità” e vedrà la partecipazione di docenti, studiosi, amministratori, professionisti.

La Biblioteca e l'Archivio Emilio Sereni forniscono oggi consulenza a diverse iniziative sul piano nazionale, dalle scuole di paesaggio in Sicilia e nel Salento, alla Riserva MaB Unesco del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e alla Riserva MaB del Po Grande, al territorio con la Scuola di Paesaggio del Parmigiano Reggiano.

Ricorre quest'anno il centenario della fondazione del fascismo e, dunque, dell'impegno antifascista. Nel prossimo novembre l'Istituto Cervi, che ha avviato una ricerca storica sulla famiglia e sulla sua vicenda, promuoverà un convegno nazionale sul tema “L'Italia dei Cervi, l'Italia del Cervi”, affidato al Comitato Scientifico dell'Istituto, guidato da Giorgio Vecchio.

Insieme con altri 4 luoghi di memoria – Civico Museo della Risiera di San Sabba - Monumento Nazionale, Comitato Regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, Fondazione Ex Campo di Fossoli, Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema –, riconosciuti in questi anni dal Parlamento italiano anche nella legge finanziaria, l'Istituto ha sottoscritto una convenzione con il Ministero dell'Istruzione perché il Curricolo del Novecento entri nella scuola italiana. La memoria è per il futuro, e Casa Cervi è impegnata nella formazione delle nuove generazioni agli ideali della democrazia e della pace.

«Dopo un raccolto ne viene un altro», diceva Papà Cervi sentendo la fecondità del sacrificio dei suoi figli. E a Casa Cervi è nata la radio “Il Raccolto” che ogni venerdì affronta i temi dell'oggi con attenta partecipazione. È nata al tempo del lockdown, quando ci siamo chiesti cosa avremmo portato nel mondo nuovo che sarebbe uscito dalla pandemia.

Nella stalla di Casa Cervi abbiamo collocato al centro il mappamondo, quello che i Cervi scelsero in dono quando acquistarono il primo trattore della zona. Era il 1939, e portarono a casa il trattore insieme al mappamondo. Era la scelta per un mondo nuovo, la stessa che oggi è affidata a noi.

Nelle stanze del Museo troviamo i libri che la madre e i figli leggevano di sera nella stalla, come il libro La buona terra della scrittrice Pearl S. Buck sui contadini cinesi, o come la rivista “Relazioni Internazionali”, dell'ISPI, che portava le notizie del mondo in guerra e delle resistenze che lottavano per il mondo nuovo.
Davvero la storia dei Cervi continua.