Sicurezza? Una questione di cultura

di Francesco Viegi

Il risultato di una veloce ricerca del significato di sicurezza sul lavoro corrisponde puntualmente a questa definizione: “l’insieme di provvedimenti e misure interni ed esterni all’azienda che mirano a garantire l’incolumità dei lavoratori e del personale presente” .
La spiegazione è ovviamente corretta e richiama un concetto di grande attualità quale la cultura della sicurezza sul lavoro la cui assenza o presenza incide molto più di quanto si creda sulla salute e il benessere non solo di chi lavora, ma di tutto il sistema.
 Uno dei primi miti da sfatare riguarda il fatto che la sicurezza non riguardi direttamente la sfera sociale di una comunità. Se circoscritto all’ambito esclusivamente lavorativo qualsiasi percorso diretto ad aumentare la consapevolezza di chi lavora è dal punto di vista sociale solo parzialmente utile. Entrare nell’ottica della sicurezza significa permeare tutti gli ambiti in cui la nostra cultura si esprime.
Fino a quando la cultura della sicurezza rimarra' relegata esclusivamente all'ambito del mondo del lavoro sara' inevitabile fare i conti con dei limiti difficilmente valicabili: sotto certe dimensioni aziendali e' difficile fare sicurezza a livelli appropriati.

Per fare un esempio spiccio prendiamo in esame una catena di sub appalti che ha origine in un’azienda di 100.000 dipendenti con un sistema Salute/Sicurezza/Ambiente ben strutturato, che eroga un lavoro ad una societa' di 1000 persone, la quale a sua volta ne appalta una parte a una di 100, che cede una piccola attività ad una di 3.

E' difficile pensare che l'ultimo anello della catena possa garantire il medesimo livello di cultura della sicurezza (consapevolezza dei rischi, rispetto di tutte le norme e procedure di prevenzione e protezione, ecc) previsto dal protocollo stilato dall'azienda da cui l'appalto e' partito. La realtà dura da digerire è che spesso il livello di sicurezza dei lavoratori diminuisce col ridursi delle dimensioni aziendali, per 2 ragioni pariteticamente importanti: costi e cultura.
Va chiarito bene che la sicurezza costa: risorse, tempo, denaro. Non esiste un modo economico o poco impegnativo per farla. Costi che, al di sotto di certe dimensioni aziendali, spesso limitano le risorse dedicate.  Oggi, per affrontare il problema proposto nell'esempio occorrerebbe prendere la decisione coraggiosa di limitare il livello di sub appalto ad una specifica dimensione aziendale. Domani, quando la cultura della sicurezza sara' diventata collettiva e quando il sistema paese la sosterra' attraverso adeguati incentivi, sara' possibile.
Il passaggio chiave e' trasformare il concetto di Costo della Sicurezza in Valore della Sicurezza. Ovvero, per meglio dire, vedere la Sicurezza per quello che è in realtaà, ovvero un valore sociale (ed aziendale). Questo e' il punto. Il beneficio collettivo che deriverebbe da un simile cambiamento di approccio sarebbe enorme.
Da dove iniziare un simile percorso di 'crescita culturale collettiva'? Un punto fondamentale da cui partire potrebbe essere l'integrazione della sicurezza stradale con quella del lavoro.
Nel mondo di oggi, fatto di mobilita'/globalita', moltissime persone sono costrette a spostarsi, anche quotidiamanente, per poter lavorare. La sicurezza stradale è già nelle aziende lungimiranti, parte integrante della sicurezza sul lavoro.

Dovremmo iniziare a parlarne nelle scuole, nei teatri o nei cinema prima di uno spettacolo, in televisione, sui giornali, su internet. Dovremmo dedicare alla sicurezza stradale un intenso sforzo educativo, perche' diventi cultura collettiva. Ecco che estendendo per adiacenza il campo della sicurezza sul lavoro si otterrebbe immediatamente un grosso progresso verso un complessivo mutamento culturale. Il passo successivo potrebbe essere la sicurezza domestica (molti sono gli incidenti gravi che accadono in casa).
Per promuovere concretamente il cambiamento, si può prendere in prestito le più efficaci tecniche utilizzate in ambito aziendale.

La cultura si fa attraverso la comunicazione. Faccio un semplice esempio: se in qualsiasi riunione/documento come primo punto da discutere viene messa la sicurezza, il messaggio che passa indirettamente al dipendente e' che la prima cosa a cui pensare, quando si fa un elenco mentale e' quella.

Determinante poi il ruolo dei leader in azienda. "Lead by example", guidare attraverso l'esempio, ovvero dimostrare con il proprio atteggiamento quotidiano come è opportuno comportarsi. Tornando alla sicurezza stradale, in modo simile dovrebbero comportarsi i 'leader' in tutti gli altri ambiti (sport, spettacolo, politica, ecc). 

In modo simile potrebbe essere strutturata la comunicazione dei mass media, mettendo la sicurezza stradale come primo argomento da affrontare (tornando all'esempio precedente).
 
Non occorre una lunga prosopopea per individuare i punti nevralgici dell’attuale sistema. I principali problemi da affrontare in ambito sociale sul tema della sicurezza sono evidenti e non riguardano solamente il lavoro. Poche azioni centrate possono realmente fare la differenza nella qualità della vita di tutti e, creando una cultura collettiva, si otterrebbero miglioramenti significativi anche nell'ambito della sicurezza sul lavoro.
La sicurezza ò un bene di tutti, per ottenerla e' necessario uno sforzo ed un progresso culturale collettivo.