Salute e sanità
di Massimo Catarini
Queste due parole vengono spesso utilizzate come sinonimi ma non lo sono, perché nonostante siano legate l'una con l'altra esprimono due concetti ben distinti e con differenze significative. La salute è insita nel concetto di umanità, mentre la nascita della sanità come sistema organizzato e diffuso su tutto il territorio, che dà risposte alla malattia e promuove la salute dei cittadini, avviene a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
Evoluzione del concetto di salute
Il concetto di salute risente della cultura e delle conoscenze della natura da parte dell'umanità e si evolve nei periodi storici. Nelle popolazioni antiche è predominante la concezione magica della salute, che viene considerata dono degli Dei; nel MondoGreco è l'armonia tra micro e macrocosmo (Epicuro), per Galeno, che instaura il metodo osservazionale filosofico-razionale, la salute entra in una fase di separazione con la malattia; Catone, nella Roma imperiale, identifica la malattia come prova e la salute è considerata un bene comune, in particolare quella dei soldati che va perseguita; in Occidente, nel Medioevo, prevale l'influsso religioso: la malattia viene identificata come volontà di Dio. L'avvento del metodo scientifico, frutto della filosofia cartesiana meccanicistica, coinvolge anche il mondo della medicina e la salute diventa il corretto funzionamento dell'organismo. Bisognerà però attendere la seconda metà del XX secolo per vederne gli effetti sulla salute e cura delle malattie.
Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità rivoluziona il concetto di salute, che non è solo un fenomeno biologico: “la salute non solo come assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico-psichico-sociale”. La definizione del 1948 era troppo astratta ed il “completo benessere” contrasta con la realtà e con l'invecchiamento della popolazione, per cui viene aggiunto il concetto di dinamicità, adattabilità all'ambiente ed il ruolo attivo dell'individuo nel produrre salute. Vengono identificate quattro dimensioni costitutive della salute della persona: fisico-biologica, psico-cognitiva, ambientale-sociale, esistenziale-spirituale. Viene anche definito il peso delle “determinanti della salute”: i servizi sanitari incidono per il 15%, la genetica per il 20-25%, l'ambiente e il sociale per il 22%, mentre gli stili di vita e le condizioni socio economiche per il 45-50% In buona sostanza è l’attitudine degli individui nei confronti della prevenzione, primaria e secondaria, e delle loro capacità adattative a determinare in maniera significativa l’incidenza delle malattie, anche se ovviamente c’è una componente di imponderabile non controllata. Nel XXI secolo la pandemia covid ed il cambiamento climatico hanno messo in evidenza la interdipendenza tra la salute dell'uomo, quella degli animali e dell'ambiente, per cui gli Stati devono perseguire politiche di “One Health”.
Salute della persona “un sentimento, un compito”
Le quattro dimensioni costitutive della salute (fisico-biologica, psico-cognitiva, ambientale-sociale esistenziale-spirituale) devono avere una gerarchia d'importanza e priorità nella costruzione della salute per spiegare come, in molte situazioni, è possibile “sentirsi bene” anche se ammalati e disabili (paradosso della disabilità), mentre in altre la sola salute fisico-psichica-psicologica non è garanzia di benessere. È evidenza comune, clinica, esperienziale, che il semplice equilibrio tra le quattro dimensioni non è garanzia di benessere e che non appaga in profondità il bisogno di benessere della persona. Il senso di caducità, del limite, di imperfezione che caratterizzano il nostro essere fisico psicologico evidenziano che non possiamo utilizzare solo parametri fisico-psichici per definire la salute e che il concetto di salute non può essere separato dall’identità di ogni persona e dalla realizzazione del progetto insito nel più profondo di ognuno di noi. La salute, quindi, appartiene alla dimensione interiore della persona, corrisponde al sentirsi bene, al sentirsi soddisfatti di essere nati, contenti di vivere nonostante tutto, è un “sentimento” che va al di là di un difetto o malattia handicap e diventa un compito legato alla realizzazione del se profondo di ogni persona.
Per salute pubblica si intendono generalmente le condizioni della popolazione di un Paese o di una comunità in un dato anno; viene misurata con l’aspettativa di vita. gli anni liberi da malattie, le morti evitabili, mentre invece per sanità si intende l’insieme delle regole e delle risorse umane, strutturali e tecnologiche dedicate alla tutela la salute in un Paese. Viene misurata con tre parametri: dimensione (personale, numero di strutture, tecnologia organizzazione); funzionamento, (tasso di ospedalizzazione, liste di attesa, analisi degli esiti) spesa (pro-capite e in percentuale sul PIL out poket delle famiglie ed intermediata). La sanità è spesso il settore più importante e complesso di un Paese, assorbe grossi capitali, coinvolge milioni di persone (tra operatori, pazienti e tutti gli altri stakeholder che girano intorno al mondo della sanità stessa), genera ricchezza, è influenzata da fattori culturali e morali ma anche dal mercato. Infine, per Sistema Sanitario si intende l’insieme degli elementi che costituiscono e caratterizzano l’organizzazione sanitaria di un Paese; può adottare un modello solidaristico (più diffuso in Europa) oppure individualistico (spesso identificato con gli Stati Uniti), o un mix. Nel modello individualistico ogni cittadino è libero di scegliere a quale struttura sanitaria rivolgersi in caso di necessità e secondo le proprie risorse economiche. Nel modello solidaristico ciascun cittadino è chiamato a pagare una tassa allo Stato, indipendentemente dalla frequenza ed entità delle prestazioni che riceve e gli viene garantita un'assistenza sanitaria pubblica.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è il modello solidaristico italiano: lo Stato gestisce e regolamenta la sanità. Nasce nel 1978 con la legge 833 e si fonda su tre pilastri: uguaglianza, equità, gratuità (tasse in base al reddito). Si caratterizza per una capillarità territoriale, con i medici di medicina generale (MMG) e i pediatri di libera scelta (PLS) che si fanno carico dei pazienti e li orientano nelle scelte delle altre parti del SSN, per i distretti sociosanitari, il rafforzamento degli ospedali e la gestione derogata ai comuni riuniti nella USL. Diventa uno dei migliori servizi al mondo, che ha permesso un aumento della aspettativa di vita dai 54 anni del 1950 agli 84 attuali. Nei 45 anni di vita ha subìto diverse riforme, stimolate dalla così detta “non sostenibilità economica”: fu introdotta l’aziendalizzazione e regionalizzazione ed inserita una logica del mercato in un sistema solidaristico, attraverso la premiazione delle prestazioni rispetto la presa in carico ed il paziente diventato cliente. La politica nazionale e regionale ha negli ultimi 25 anni mostrato maggiore interesse nei confronti nella gestione degli ospedali rispetto al potenziamento della Medicina di base, facendo perdere ad essa il ruolo di gestione orientamento dei bisogni. Oggi il SSN vive un momento critico perché l'enorme aumento dei bisogni dovuti alla cronicità sta mettendo in grave difficoltà i servizi territoriali ed ospedalieri, che non riescono a dare risposte. Viene ancora ricercata la sopravvivenza di modelli di servizio incoerenti ed inappropriati rispetto alla transizione demografica ed epidemiologica, con l’obiettivo di farsi carico della malattia, non della presa in carico della persona. Certamente il definanziamento negli ultimi anni, la riduzione del numero dei medici, infermieri, ospedali e posti letto determinano una riduzione della risposta dell’offerta pubblica, orientando verso il privato accreditato e non, mettendo in discussione l'universalismo e l'equità del sistema, favorendo diseguaglianze sociali e tra regioni. È stato varato il PNRR ed il DM77 sulla medicina di prossimità, che indica la strada del prendersi cura di malato e comunità e dell’integrazione ospedale-territorio. Un grosso cambiamento culturale, che trova tuttavia difficoltà di messa a terra. Non è sufficiente rifinanziare il sistema, pur necessario, ma bisogna riorganizzare tutto il sistema orientandolo verso il prendersi cura. Questo cambiamento culturale dovrà coinvolgere la politica, gli operatori, i cittadini, i manager, e perseguito con volontà: ma in attesa che sia messa a terra la riforma, vanno date risposte tampone per superare le attuali criticità delle liste di attesa.