Una serie TV RAI di enorme successo, Doc nelle tue mani, i cui diritti sono stati venduti all’estero (USA inclusi), è giunta alla fine della seconda stagione.
Se nella prima stagione la dimensione individuale era il framework di riferimento della narrazione, con storie di identità private e intime e quelle professionali che si intrecciavano con il flusso di pensieri e le azioni stentate di Andrea Fanti, il Doc protagonista della serie (Pierdante Piccioni, il doc “vero” ), alla ricerca del proprio passato (dopo aver perso 12 anni di ricordi...), la seconda stagione gioca tutta sui continui rimandi tra memorie individuali e memoria collettiva, per offrire, prima nel suo genere in Italia e nel mondo, una chiave di lettura molto situata sugli accadimenti del primo lockdown del 2020 nella società italiana ma soprattutto nell’ospedale lombardo (nella finzione “Policlinico Ambrosiano”), campo di battaglia tra la vita e la morte di medici e sanitari che si trovarono a navigare a vista, senza bussola alcuna, tra le onde perigliose del Covid-19....
Ancora oggi, aprile 2022, stiamo combattendo la battaglia contro le varianti del Coronavirus, e ci stiamo barcamenando tra gli effetti (nefasti) economici, sociali e psicologici dovuti a una vera e propria situazione di interruzione della “normalità” (la metto tra virgolette...) delle nostre esistenze e tra le scelte che ciascuno di noi sta compiendo per vivere il presente; in un tale momento storico, mi verrebbe da dire epocale, ecco che gli autori di DOC 2 hanno avuto il coraggio di costringerci a tornare a due anni addietro, al passato recente, che per molti di noi sembra così lontano, nascosto tra le foschie dell’oblio prodotto dalle nostre coscienze che hanno avuto la necessità di dare un taglio con ciò che è stato e iniziare a pensare al futuro; guardare DOC 2 obbliga milioni di spettatori (raggiunti e superati i 6 milioni di utenti nella messa in onda del 3 marzo scorso) a fare i conti con la memoria, soprattutto quella “dimenticata”, e con il dolore del ricordo di un periodo sospeso delle nostre esistenze.
Cosa ci dice tutto ciò? Primo: la TV pubblica e generalista continua ad assolvere la propria funzione di servizio “pubblico” ed è men che meno morta e sepolta a causa del consumo di serie e film sulle piattaforme streaming come Netflix.
Secondo: vi è la conferma del ruolo strategico giocato dai media, in questo caso da un old medium (si legge medium e non midium!... a proposito di “parole”, tema del Nautilus n. 8), che hanno ancora il potere non solo di rappresentare la realtà ma anche quello di dare forma alla realtà, o meglio, come accade nel caso di DOC 2, di contribuire a formare una opinione pubblica su un tema molto disturbante.
Terzo: anziché appiattirsi sul presente, DOC 2, attraverso un continuo gioco di flashback, costringe gli spettatori a un ruolo attivo ed emotivamente partecipativo visto che, seguendo gli accadimenti dei protagonisti (sia gli eroi che gli anti-eroi), gli spettatori stessi sono quasi costretti a ripercorrere anche i fatti riguardanti le loro vite personali e il vissuto della società italiana nel suo complesso.
In fondo, DOC 2 è una sveglia e un allarme al tempo stesso: una sveglia perché dobbiamo uscire dal torpore dei numeri e delle statistiche quotidiane sui contagi da Covid-19, sui letti occupati in terapia intensiva, sul numero delle ospedalizzazioni, fornite dalle istituzioni, giacché il rischio è quello di diventare piacevolmente insensibili (citando i miei cari Pink Floyd che sulla memoria hanno giocato molto nelle loro creazioni musicali); un allarme perché oggi, più che mai, abbiamo la necessità di rimettere insieme i pezzi, ma lo possiamo fare solo attivando la memoria individuale, che se comunicata e condivisa, può diventare memoria pubblica.
Si tratta di riconoscere che stiamo attraversando una sorta di “biennio fatale” (prendendo a prestito un’espressione utilizzata in altri contesti e per un altro periodo storico dal mio maestro Giovanni Bechelloni): riattivando la memoria dimenticata sui fatti accaduti durante il primo lockdown del 2020, DOC 2 ci aiuta a comprendere che forse, possiamo uscire dalle sabbie mobili in cui rischiamo di sprofondare solo se ci pensiamo come una comunità di destino.
- https://www.raiplay.it/programmi/doc-nelletuemani
- https://www.rainews.it/articoli/2022/01/pierdante-piccioni-sono-io-il-vero-doc-anzi-siamo-tutti-noi--39823f5f-0d37-457d-a7d0-599cd3651474.html