La persona al centro del processo di cura

di Antonella Golino

La concezione di salute costituisce un intricato concetto in costante mutamento, plasmato in relazione al contesto sociale circostante. Quest’ultimo ha il compito di riformulare e affrontare le esigenze mediche e sanitarie che si manifestano nel corso del tempo, contribuendo così a ridefinire il significato stesso di salute.
La salute dipende dalla sua definizione teorica, dagli strumenti che si adottano per osservarla e misurarla e dai modelli analitici che si impiegano per spiegarla e comprenderla. È dunque un concetto sociale, in quanto fortemente dipendente dal contesto socio ambientale in cui viene a modellarsi. Il concetto di salute evolve infatti, ad opera di coloro che sono più attivi istituzionalmente nell’ambito e cambia nel tempo, a causa degli attori sociali che, all’interno della divisione sociale del lavoro, tendono occuparsi di quelle indispensabili funzioni di sopravvivenza e riproduzione biologica e psicologica della società, ovvero i medici e gli esperti (Sarti, Terraneo, 2023).
La relazione che s’istaura tra il cittadino e il professionista della salute, o meglio, il rapporto tra medico e paziente, nel corso del tempo ha abbandonato il tono paternalistico che lo connotava, e recentemente, l’orientamento biomedico, per indirizzarsi sul paziente diventato sempre più persona.

Oggi, infatti, si tende ad utilizzare sempre meno il termine paziente e sostituirlo con persona, poiché i diritti della salute e i valori che sono in gioco in un atto medico possano realizzarsi solo se si orienta la cura verso la persona (Ekman et all., 2012).
L’approccio disease-oriented, indirizzato alla malattia come entità rappresentava la modalità prevalente di gestione della medicina di un passato recente. Ad oggi tale rapporto, sbilanciato dalla parte del medico e orientato esclusivamente al trattamento della malattia (disease) non appare più proponibile, in quanto il semplice trattamento della patologia che ha colpito il paziente non rende conto della ricchezza socio-biografica che s’instaura all’interno di una relazione di cura. Mettere l’accento su quest’ultima significa ritenere che il fine ultimo della medicina sia curare le persone, e non solo trattare le malattie delle quali sono affette.
La prospettiva dei pazienti è stata assente per molto tempo nella riflessione sociologica ma, più recentemente si è assistito a un rinnovato interesse per conoscere l’esperienza delle persone malate, in parte a seguito del graduale riconoscimento del valore anche in medicina di tener conto della visione dei pazienti, e in parte per un più ampio interesse per la narrazione nelle scienze sociali.
Orientarsi verso la persona (Hakansson, 2019) significa operare una vera rivoluzione nella quale l’attenzione non si rivolge solamente all’ “ente” malattia che lo ha colpito, ma al paziente come persona, che ha una dignità, una biografia, insomma una storia clinica e personale da raccontare.

La persona è dunque il termine più adeguato per connotare la relazione di cura e le nuove esigenze che tale approccio comporta.  La cura centrata sulla persona sottolinea l’importanza di conoscere la persona dietro il paziente come un essere umano con bisogni, sentimento, ragione e per un suo coinvolgimento attivo nel processo di cura e trattamento della malattia.
Fondamentale appare dunque la soggettività e l’integrazione in un dato ambiente, tenendo conto della fragilità e della vulnerabilità al fine di stilare piani personalizzati di cura. Il sistema sanitario include l’insieme delle istituzioni, delle persone, delle risorse (e delle loro relazioni), il cui scopo primario è concorrere alla promozione, recupero e mantenimento della salute (WHO, 2000).
Poter contare su un’assistenza di alta qualità offre ovviamente un grande vantaggio nel momento in cui si è colpiti da una malattia. Migliore è l’assistenza sanitaria, più alte saranno le probabilità di guarire e recuperare la piena funzionalità fisica e sociale. Un sistema sanitario di qualità non solo dovrebbe favorire il recupero della salute, ma potrebbe aiutare a ridurre le disuguaglianze, assicurando che le condizioni di salute e i rischi associati alla malattia dei gruppi che occupano le posizioni più basse della gerarchia sociale siano il più possibile simili a quelle dei gruppi con più elevato status socioeconomico.

È dunque importante il capitale sociale posseduto dagli individui. Putnam, Leonardi e Nanetti (1993) definiscono il capitale sociale “come l’insieme di quegli elementi dell’organizzazione sociale come la fiducia, le norme condivise, le reti sociali che possono migliorare l’efficienza della società nel suo insieme, nella misura in cui facilitano l’azione coordinata dagli individui” (p. 169). Livelli più elevati di capitale sociale sembrano infatti produrre società più sane quando il capitale fisico di una popolazione viene eroso o messo a rischio da una crisi sanitaria; il capitale sociale diventa rilevante per favorire il prendersi cura degli altri e impegnarsi in pratiche che mirano al miglioramento della situazione in linea più generale.
Ma chi è come si può aumentare il capitale sociale in una comunità visto i benefici che ne possono derivare per la salute? La risposta è la politica che può essere intesa come costruttrice di una comunità: i suoi membri agiscono reciprocamente nei confronti degli altri anteponendo, più o meno consapevolmente, i valori, le norme, i costumi, gli interessi della collettività a quelli personali o del proprio sottogruppo (Tönnies, 1887).
La persona dunque al centro del processo di cura.




Bibliografia essenziale:
 
Costa G., et all. (a cura di), (2014), Equità nella salute in Italia, FrancoAngeli, Milano,

Ekman I., et all., The person-centred approach to an ageing society, European Journal for Person Centered Healthcare Vol 1, Issue 1, 2012, pp 132-137.

Hakansson E.J., et all., “Same same or different?” A review of reviews of person-centered and patient-centered care, Patient Education and Counseling, 102, 2019, pp.3-11.

Marinelli M. (2015), Trattare le malattie curare le persone, FrancoAngeli, Milano.

Putnam R. D., Leonardi R., Nanetti R.Y. (1993), Making Democracy Wor: Civic Tradition in Modern Italy, Princeton University Press, Princeton (NJ).

Sarti S., Terraneo M. (2023), Studiare la salute. La prospettiva della sociologia, Carocci, Roma, 2023

Tönnies F. (1887), Gemeinschaft und Gesellschaft, Fues, Leipzig (Trad. It.: Comunità e società, Laterza, Roma-Bari, 2011).

WHO, (2000), The World Health Report 2000. Health System: improving performance, World Health Organization, Geneva.