Le tante famiglie italiane

di Cecilia Tomassini e Daniele Vignoli

Meno abitanti più famiglie: come spiegare il paradosso italiano? Il modello tradizionale di famiglia (coppia sposata con figli), prevalente fino all'inizio di questo secolo, è stato sostituito negli ultimi anni dalle famiglie unipersonali (fig. 1): il numero di famiglie è aumentato da 21 a 25 milioni tra il 2000 e il 2020 e il numero medio di componenti è diminuito da 2,7 a 2,3 nello stesso periodo. L'aumento delle famiglie unipersonali non è l'unico cambiamento degno di nota nelle famiglie italiane: i percorsi familiari sono sempre meno standardizzati, il matrimonio non è l'evento che segna il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta e che sancisce l'inizio della vita sessuale e riproduttiva, il matrimonio non dura per sempre, le convivenze sono sempre più diffuse come i figli nati al di fuori del matrimonio, aumentano le coppie con un coniuge straniero o con entrambi, emergono le coppie dello stesso sesso, aumentano le coppie con coniugi che vivono separatamente, gli scioglimenti dell'unione sono più frequenti anche in età più avanzata con successive nuove unioni. 
I giovani adulti lasciano la casa dei genitori sempre più tardi e sempre più per motivi legati all'indipendenza, al lavoro e allo studio piuttosto che al matrimonio e, più in generale, per formare un'unione: tra le donne nate tra il 1952 e il 1956, quasi il 90% ha lasciato la casa dei genitori prima dei 25 anni per formare un'unione, mentre solo il 49% tra quelle nate tra il 1987 e il 1991.
Il matrimonio ha perso terreno e la convivenza non matrimoniale si è diffusa, soprattutto tra le persone con un livello di istruzione elevato: oltre il 10% di tutte le coppie nel 2020-2021 è costituito da convivenze non matrimoniali, rispetto al 3% del 2000-2001, e nel 2016 il 25% delle donne e il 29% degli uomini di età compresa tra i 30 e i 59 anni ha avuto una convivenza non matrimoniale. 
Oggi le unioni si formano e si sciolgono più volte nel corso della vita, dando origine a famiglie ricostituite e a relazioni familiari più complesse. È interessante notare che le dissoluzioni delle unioni sono diffuse anche in età avanzata: tra il 2000 e il 2018, il numero di separazioni di individui di età compresa tra 55 e 64 anni è più che raddoppiato, mentre il numero di separazioni di individui di età superiore a 65 anni è triplicato. 

Queste dinamiche familiari sono emerse più tardi rispetto ad altri Paesi occidentali e hanno una diversa distribuzione sul territorio italiano, ma rappresentano oggi una realtà consolidata. È interessante notare come il dibattito politico sulle nuove forme di famiglia sia spesso superficiale, astratto e spesso ideologico, senza un sistematico e necessario riferimento a dati e studi scientifici sulle loro cause e conseguenze demografiche e socio-economiche. Per questo è importante basarsi su dati ufficiali solidi e aggiornati, per offrire un quadro nuovo e rigoroso delle famiglie italiane, fornendo sia al grande pubblico che ai decisori politici le informazioni necessarie a reimmaginare la società italiana sulla base di una diversa idea di famiglia.