La resistenza per una vera democrazia in Mozambico
di Ivan Pereira
Il tema della resistenza in Mozambico non consiste in una novità: pensiamo in primo luogo alla grande lotta contro il colonialismo portoghese, dove sono esistite diverse forme di manifestazione e resistenza a livello economico, sociale e culturale che hanno condotto il Paese alla indipendenza. La resistenza, quindi, rappresenta un segno importante per il popolo mozambicano. Diverso è parlare della resistenza del dopoguerra, che possiede invece un carattere ben diverso.
Guardando la genesi del processo di democratizzazione in Mozambico, possiamo vedere che è stato un processo estremamente faticoso e che ha condotto ad una guerra chiamata ‘dei 16 anni’. Fin dalle sue origini, l’agenda internazionale dell’ONU per la costruzione della pace si è basata fondamentalmente sulla promozione della democrazia, anche se intesa in modo minimalista, con particolare attenzione alle procedure istituzionali, come lo svolgimento delle elezioni.
Al contrario, l'attuazione della democrazia ha spesso polarizzato le società e riacceso i conflitti poco dopo il processo elettorale. Nel frattempo, l'agenda economica e di sviluppo che ha accompagnato queste riforme non ha previsto alcuna preoccupazione per potenziali conflitti sociali e l'enfasi è rimasta sull'agenda neoliberista, accompagnata da problematici processi di privatizzazione che hanno influenzato anche la distribuzione del potere e quindi la democrazia.
Il fatto che si deve analizzare è che il Mozambico nasce come Stato indipendente nel 1975, soltanto con un unico partito (FRELIMO) che è stato riconosciuto a livello nazionale ed internazionale fino a 1990, anno in cui è stata introdotta una nuova costituzione implementando il multipartitismo frutto della guerra dei 16 anni. Cosa ha condotto a questa guerra? Questa è una domanda che si riferisce al titolo di questo articolo.
Nel dopoguerra (lotta contro il colonialismo portoghese), nel 1975, il partito al potere (FRELIMO - Fronte di liberazione di Mozambico), inizia ad implementare una serie di politiche contrarie a quelle per cui era stato creato, cioè, la protezione del popolo e la realizzazione di politiche democratiche. Il fatto è che si stava concretizzando una nuova forma di gestione del paese sotto l’influenza dell’Unione Sovietica e della Cina, paesi che aiutarono il Mozambico per il raggiungimento dell’indipendenza.
Questa situazione ha creato insoddisfazione in alcuni dei Mozambicani appartenenti al partito, i quali decidono di creare un altro partito come forma di resistenza al tipo di politica che si stava implementando: sorge così il partito RENAMO(Mozambique National Resistance / Resistenza Nazionale di Mozambico).
Il RENAMO inizia una lotta contro il sistema marxista-leninista con la intenzione di promuovere una democrazia popolare e anche il multipartitismo come proposta per non lasciare il partito FRELIMO al potere per troppo tempo. Questo conflitto ebbe una durata di 16 anni.
Nel 1991 si inizia il processo di negoziazione tra i due partiti e si arriva ad un accordo sulla necessità di garantire l'attuazione di una democrazia multipartitica, in cui i partiti competono liberamente. In questo frangente, il governo multipartitico era già un dovere costituzionale, sancito dalla Costituzione del 1990, prima che il RENAMO discutesse formalmente la questione con il governo.
Il conflitto portò ad un grande arretramento economico, sociale ed umano del Mozambico ma ebbe anche i suoi vantaggi, come la creazione di un parlamento rappresentativo e l’avvio di un mercato libero. Nel 1994 prende il via la prima elezione presidenziale del paese, dove vince il FRELIMO con la maggioranza dei voti – e non poteva succedere diversamente, dal momento che il RENAMO, sorto da poco, era un partito nuovo e non possedeva risorse sufficienti per andare alle elezione e vincerle.
Si può osservare, con il FRELIMO, il primato del partito sulla leadership personale. In questo senso, il Mozambico si differenzia dagli altri Paesi africani, in cui i cosiddetti big man sono rimasti al potere, a volte per decenni, consolidando il loro potere personale, perché nel partito esiste una successione del Presidente del partito, che deve essere anche il Presidente della Repubblica; il potere gira dunque attorno ai grandi del partito (una persona che possiede un potere economico e che ha messo grandi contributi durante le precedente elezione del partito, oppure che appartiene ad una famiglia importante con discendenza di un antico militante da FRELIMO) cosa che non è successa con il partito RENAMO, che ha mantenuto il suo presidente fino alla sua morte nel 2018.
In pratica, la posizione del FRELIMO è rafforzata da una serie di elementi e meccanismi congiunturali che contribuiscono a consolidare il potere del partito nella macchina statale e che sono potenziati dal controllo delle risorse economiche e da dinamiche di clientelismo.
In questo contesto, non sorprende che il Mozambico sia nella lista dei paesi con un alto tasso di corruzione. Negli ultimi anni, l’apice del problema della corruzione si è manifestato nello scandalo dei debiti nascosti. Nel 2016, la stampa ha rivelato che le entità a economia mista del paese, create tra il 2013 e il 2014 da un gruppo di funzionari governativi vicini al Presidente, avevano contratto debiti con garanzie statali senza l'approvazione dell'Assemblea nazionale. Il prestito superava i 2 miliardi di dollari, pari circa il 12% del PIL del paese, ma più della metà di questo era stato nascosto.
Con il nuovo conflitto nel 2014 si decide di avviare un nuovo processo di AGP (Accordo Generale di Pace), però questa volta con nuove politiche, chiedendo una decentralizzazione del potere. Che significa? Significa che il partito doveva governare soltanto nelle regioni dove ha vinto: in pratica, il partito RENAMO doveva governare in tutta la zona nord ed una parte del centro e questo significava una grande perdita per la FRELIMO, perché stiamo parlando delle regioni più ricche del paese. Sembra dunque impossibile che il FRELIMO potesse permettere una situazione del genere.
Per costruirsi una immagine positiva il FRELIMO accetta la decentralizzazione del potere ma, come abbiamo visto, controllando anche il potere giudiziario, il partito cambia alcune regole della costituzione prima della ratifica dell’AGP: fino al 2018, quando la normativa è stata modificata, convivevano i ‘comuni urbani’, con sindaci e assemblee comunali eletti ogni cinque anni e con un proprio sistema fiscale; e i cosiddetti ‘organi statali locali’ (province e comuni), i cui rappresentanti politici erano nominati da un livello amministrativo superiore. Ciò ha portato a una situazione in cui le province e i distretti avevano rappresentanti nominati direttamente dal partito di governo (cioè il FRELIMO), che riferivano al governo centrale, mentre i comuni avevano poteri, competenze e risorse autonome. Allo stesso tempo, i comuni erano anche parzialmente subordinati alle province, il che generava uno scontro di competenze e conflitti di gestione.
Lo stato delle cose mostra che questo sistema ha permesso al FRELIMO di mantenere la sua autorità politica e la sua forte presenza in tutto il Paese, influenzando in particolare le dinamiche di potere nei distretti, poiché, a questo livello, la catena di autorità affiliate al partito è ampia ed estremamente gerarchica. Oltre all'amministratore distrettuale, ci sono altri due livelli di autorità locali in ogni sottolivello del territorio (capi dei posti amministrativi e capi delle località), tutti fino ad allora rappresentanti del FRELIMO.
La democrazia è ancora una utopia per il popolo mozambicano: non si tratta qui di una non accettazione della democrazia, ma di una lotta contro una falsa democrazia e la resistenza a questa, ancora, è un percorso che i partiti ed il popolo stanno facendo nel tentativo di cambiare non solo il futuro del proprio Paese, ma anche per un nuovo Mozambico dove i diritti saranno pienamente rispettati.
Bibliografia
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