Tra le tante declinazioni del concetto di spazio, mi sta a cuore focalizzare l’attenzione su quello che reputo un luogo di fermento culturale, miglioramento sociale, presidio di educazione e comunicazione democratica: la biblioteca, più specificamente la biblioteca scolastica[1]. La ritengo necessaria per fronteggiare l’emergenza educativa sempre più allarmante, specialmente in aree considerate più a rischio.
Dentro la scuola, una biblioteca innovativa è uno spazio di apprendimento in cui, grazie allo sviluppo integrato di tecnologia e tradizionale attività di letto-scrittura, è possibile valorizzare e approfondire gli interessi individuali in una dimensione socializzante, superare la rigidità dell’articolazione disciplinare con l’integrazione tra i saperi e le arti, potenziare lo sviluppo di immaginazione e creatività e uscire fuori dalla centralità del gruppo classe, favorendo potentemente l’inclusione, il multilinguismo e la multimedialità. È un luogo di servizi, che garantisce a tutti l’accesso al prestito anche digitale, la fruizione della musica, dei documentari, della cinematografia, degli strumenti multimediali, la partecipazione agli eventi culturali, permettendo la ridistribuzione sociale di opportunità di crescita culturale.
Si configura così, dentro la scuola, uno spazio di straordinaria libertà accessibile a tutti, dove ognuno potrà sentirsi a proprio agio, trovare la maniera più idonea per comunicare, interagire e confrontarsi con gli altri, interfacciarsi con la cultura intesa nel senso più ampio e ricco, scoprire nuovi interessi, sviluppare nuove passioni e curiosità, coltivare i propri talenti e arricchire le proprie idee facendo una continua esperienza di democrazia.
È necessario che alla biblioteca si dedichino luoghi e strutture (o le si restituiscano laddove, per le esigenze della pandemia, le siano state sottratte), individuando anche nuovi spazi aperti e liberamente accessibili, come corridoi, ingressi, vani di passaggio, e arredandoli in maniera confortevole. Se la scelta di luoghi e arredi coinvolgerà gli studenti e i genitori, l’interazione scuola-famiglia diventerà più partecipe e costruttiva e si rafforzerà lo spirito di appartenenza alla comunità scolastica, con ottima ricaduta sul successo formativo e sulla crescita personale degli studenti, nonché nella lotta contro la dispersione scolastica.
Nel 2021, con il “Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura a scuola”, l’allora MIUR ha intrapreso un’operazione estesa a tutto il Paese “per costruire modelli didattici più flessibili e ideare spazi innovativi di apprendimento nelle scuole, tenendo conto dell’esigenza di rilanciare il ruolo della biblioteca scolastica quale strumento di sostegno per le comunità educanti e di rimozione degli ostacoli all’apprendimento e alla formazione di cittadini autonomi, consapevoli e partecipi” (come si legge sul sito ministeriale). Pertanto, se n’è avviata la formazione del personale scolastico, perché è assolutamente necessario che le biblioteche siano organizzate, gestite e condotte da personale specializzato e qualificato.
È altrettanto doveroso il coinvolgimento dei territori e delle realtà associative e istituzionali che interagiscono con il mondo della scuola perché la biblioteca scolastica, come la scuola stessa, dialoga con il territorio per la sua attività specifica, di conservazione, valorizzazione, acquisizione del patrimonio che contiene, sia cartaceo che digitale; organizza eventi che coinvolgono più arti e discipline, come incontri con autori, concerti, conferenze, seminari, convegni, gruppi di lettura, corsi di formazione, mostre, laboratori; stimola enti e istituzioni a intraprendere iniziative di crescita e sviluppo sociale e culturale. Se gli studenti saranno protagonisti attivi della biblioteca scolastica, nell’interazione con il territorio, svilupperanno delle avanzate competenze di cittadinanza. Una scuola con una biblioteca attiva ed efficiente avrà un impatto sociale potente come baluardo contro emergenze educative e sociali e motore dello sviluppo democratico e della cultura della pace e della legalità.
Il discorso può valere per ogni biblioteca pubblica, luogo di uguaglianza e di crescita culturale e democratica per il cittadino: ogni volta che si chiude una biblioteca, come ogni volta che si chiude una scuola, si elimina un baluardo di civiltà e democrazia e si abbandona al degrado sociale ed educativo un territorio solitamente già afflitto dallo spopolamento e dalla deprivazione di altri servizi, favorendo l’affollamento congestionante di aree urbane spesso già al collasso.
[1] “La biblioteca scolastica è uno spazio fisico e digitale di apprendimento della scuola, nel quale la lettura, l’indagine, la ricerca, il pensiero, l’immaginazione e la creatività sono fondamentali per il viaggio dell’informazione verso la conoscenza da parte degli studenti e per la loro crescita personale, sociale e culturale” (Linee guida dell’IFLA, 2015).