Ancel Keys e il Cilento

Una storia mediterranea

di Marco Bracci

Una data, il 1957 e l’inizio di un viaggio che ha letteralmente cambiato, in Italia e nel mondo, la percezione del cibo e delle attività ad esso correlate, e che vede come tappa fondamentale il Mediterraneo.
La storia parte dall’Università del Minnesota, e il suo protagonista principale si chiama Ancel Keys, fisiologo statunitense che, su incarico del Governo USA, avvia uno studio sulla mortalità derivante da infarti, diabete e obesità, vale a dire tipi di malattie presenti nei Paesi più sviluppati, industrializzati, caratterizzati da ritmi di vita sempre più veloci e da crescenti livelli di consumismo, anche alimentare.

Il dott. Keys, insieme a colleghi provenienti da varie parti del mondo, avvia il Seven Countries Study (questo il nome della ricerca), la cui ipotesi principale è che il tasso di malattia coronarica nelle popolazioni e negli individui vari in relazione alle loro caratteristiche fisiche e allo stile di vita, in particolare nella composizione dei grassi della dieta e nei livelli sierici di colesterolo.
L'obiettivo è quello di esplorare in dettaglio le associazioni di dieta, altri fattori di rischio e tassi di malattia tra le popolazioni e tra gli individui all'interno delle popolazioni prese in esame in USA, Finlandia, Olanda, Giappone, Ex-Jugoslavia, Grecia e Italia.
L'Italia svolge fin da subito un ruolo centrale non solo nel Seven Countries Study ma anche negli studi pilota che lo precedono.
Nel 1957 è effettuata un'indagine preliminare sul campo a Nicotera, un piccolo paese della Calabria. Risulta che tra gli abitanti dei paesi rurali (e più poveri) del sud Italia, in particolare i cittadini di Nicotera evidenziano il tasso più basso di malattie cardiovascolari grazie al tipo di alimentazione basato su prodotti tipici della terra in cui abitano. Lo studio riuscirà a dimostrare scientificamente la correlazione tra abitudini alimentari e stato di salute, e aprirà la strada a quella che conosciamo come Dieta Mediterranea; Nicotera diventerà così Città della Dieta Mediterranea di riferimento.
Nel 2010 il Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale approva l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, accogliendo la candidatura transnazionale di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, che nel 2013 è estesa anche a Cipro, Croazia e Portogallo.

 Sul sito web dell’UNESCO si legge:
la Dieta Mediterranea è un insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e abilità trasmesse di generazione in generazione e che forniscono un senso di appartenenza e continuità alle comunità interessate; la sua iscrizione nella Lista Rappresentativa potrebbe dare maggiore visibilità alla diversità del patrimonio culturale immateriale e promuovere un dialogo a livello regionale e internazionale; la candidatura descrive una serie di sforzi di salvaguardia intrapresi in ogni paese, insieme a un piano di misure transnazionali volte a garantire la trasmissione alle giovani generazioni e a promuovere la consapevolezza della Dieta Mediterranea.
E soprattutto: la Dieta Mediterranea è molto più di un semplice elenco di alimenti o una tabella nutrizionale. È uno stile di vita che comprende una serie di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e il consumo di cibo. Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo, dove i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività, si coniugano con il rispetto del territorio e della biodiversità. In questo senso il patrimonio culturale della dieta mediterranea svolge un ruolo vitale nei riti, nei festival, nelle celebrazioni, negli eventi culturali, riunendo persone di tutte le età e classi sociali.

Una nota finale sul nostro protagonista principale: il dott. Ancel Keys, scomparso negli Stati Uniti nel 2004 all’età di 100 anni, oltre ad aver trascorso la propria esistenza a fare ricerca, si è trasferito a Pioppi, un villaggio di pescatori nel comune di Pollica in provincia di Sorrento, e ha vissuto per quarant’anni in una località marina da lui ribattezzata Minnelea, per omaggiare Minneapolis ed Elea nel Cilento – antica polis della Magna Grecia. Da Minneapolis al Mediterraneo, e ritorno