Education Abroad: l’economia della conoscenza al servizio della Toscana “nascosta”

di Marco Bracci
Nelle dinamiche socio-culturali che contraddistinguono le società complesse glocalizzate, il viaggio ha assunto connotati democratici e ha prodotto molteplici effetti e nuove opportunità.

Se è vero che da anni la turistificazione delle città ha influito negativamente sulla vivibilità dei centri storici da parte dei residenti diventati spettatori di un processo di depauperamento culturale, e in questo momento storico, anche economico, d’altra parte è utile ricordare che il viaggio produce anche benefici: porta alla scoperta, permette di accedere al nuovo e all’inatteso, fornendo non solo un linguaggio per i rapporti, bensì creando rapporti, situazioni sociali, e comunità.

È il caso dello studente/viaggiatore della conoscenza, che da ospite della città italiana sede dell'università presso la quale studia, diventa attore protagonista, e rappresentando la dimensione di consumatore del viaggio in chiave contemporanea - multidimensionale e ipertecnologico - si può trasformare in “ambasciatore” all’estero per persuadere futuri studenti a compiere la stessa esperienza, ma anche per promuovere un’immagine più realistica e meno stereotipata dell'Italia nel suo complesso.

La presenza di studenti internazionali, non più considerati come "turisti di medio periodo" ma come "cittadini pro-tempore", potrebbe aiutare a cambiare il paradigma del turismo di massa nelle principali destinazioni italiane e favorire un mutamento culturale e sociale dei territori non ancora toccati dal settore Education Abroad.  

Gli studenti internazionali apportano molti vantaggi agli studenti del luogo in cui studiano, aiutandoli a prepararsi per il contesto professionale globale e favorendo dinamiche favorevoli alla diversità e al pluralismo culturali.

Investire sulla presenza degli studenti stranieri significa insegnare loro la storia, ma anche la bellezza del presente, di ciò che sono la Toscana e l’Italia, nella loro dimensione identitaria ibrida e contemporanea; il periodo di studio può rappresentare una crescita culturale e morale sia per gli studenti che per il territorio nel quale soggiornano. Gli studenti riceveranno ottima istruzione e acquisiranno elevate competenze, ma accederanno idealmente anche alle "chiavi" della città nella quale hanno risieduto per settimane o per mesi.

Firenze, centro nevralgico del settore Education Abroad in Italia, deve funzionare anche da snodo strategico per dare valore alla Toscana “diffusa” dei piccoli centri e dei borghi, dell’entroterra e della costa, ancora fuori dall’interesse del pubblico di studenti internazionali che amano l’Italia ma che ignorano l’esistenza di luoghi per loro “nascosti”. Sarebbe perciò opportuno invitare gli studenti internazionali a scoprire “altri” luoghi toscani, poco turistici ma culturalmente importanti. 

A tal fine, è auspicabile una fattiva collaborazione tra vari stakeholder a livello regionale, tale da mettere in atto processi concreti per attrarre università straniere non ancora presenti in Italia e convincerle a stabilire programmi di studio nei piccoli centri della Toscana. 

In tal senso, anche altri luoghi della nostra regione potranno intraprendere un percorso di accoglienza e di relazioni con istituzioni universitarie straniere, con finalità economiche ma soprattutto con obiettivi sociali, culturali e di ricerca. 

Esistono già esempi eccellenti di Study Abroad nella Toscana “diffusa”, come il programma https://hecua.org/study-abroad/italy/ a Greve in Chianti (FI), dedicato allo studio della giustizia, del cibo e dell’agricoltura sostenibili, o quello della East Carolina University a Certaldo (FI) https://global-affairs.ecu.edu/ecu-tuscany/

L’istruzione universitaria internazionale può diventare una dimensione strategica anche per realtà territoriali della toscana costiera, come Piombino e la Val di Cornia. Studenti provenienti da varie parti del mondo (Paesi del Mediterraneo, USA, India, Cina...) potrebbero frequentare programmi estivi e semestri regolari. Gli ambiti di studio e ricerca sarebbero molteplici e potrebbero coniugarsi con l’identità del territorio: archeologia, storia e storia dell’arte, comunicazione e marketing dei beni culturali e paesaggistici, ingegneria siderurgica, storia dell’alimentazione e dell’agricoltura, cultura e marketing dell’industria eno-gastronomica, biologia marina, hospitality management, fotografia, ecc. 

Attivare programmi Education Abroad a Piombino e in Val di Cornia, in stretta collaborazione con istituzioni universitarie straniere che intendono far svolgere un’esperienza di vita unica ai propri studenti in Toscana, a contatto con la natura e immersi nella storia di lunga durata del nostro territorio, avrebbe obiettivi specifici, quali: favorire percorsi d’interculturalità, apertura all’altro, e di accoglienza dello “straniero” nella comunità locale; comunicare una rinnovata dimensione identitaria di Piombino (e del territorio); costruire un sistema che, partendo dall’economia della cultura, possa coinvolgere vari attori locali, ad esempio attraverso stage formativi e programmi di volontariato; offrire opportunità di lavoro anche a giovani e meno giovani piombinesi residenti sul territorio e in Italia; riallacciare rapporti con i “piombinesi nel mondo” che insegnano e svolgono ricerca presso università straniere all’estero creando così un network di conoscenze glocali. 

 

Si tratta, in pratica, di convergere verso un nuovo paradigma culturale in cui l’economia della conoscenza diventi strumento strategico di sviluppo della Toscana “nascosta” (a tale proposito si veda l’analisi proposta nel volume di recente pubblicazione Study Abroad in Italy, di M. De La Pierre e M. Bracci).