Piramidi rovesciate
di Elena Pecchia
Quella alimentare è la più famosa. Ma c’è anche quella educativa, un’architettura tutta da esplorare fra luoghi comuni, fraintendimenti e pregiudizi.
All’apice della piramide educativa ci dovrebbe essere lo studente con i suoi “bisogni educativi” più o meno speciali. Non ci sono dubbi, infatti, che il fine di ogni processo educativo sia la crescita culturale e umana dello studente e che tutte le componenti della scuola dovrebbero collaborare a gestione raggiungere l’obiettivo. Ma è davvero così?
Dei tesori
Quando lo senti per la prima volta, anche per la seconda, non capisci nemmeno cos’è o chi è. Presto, però, se vivi in una scuola impari che è un personaggio, spesso una personaggia, molto importante. Il Dsga (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) è la capa indiscussa delle custodi e una specie di ministro del tesoro della scuola. Se un insegnante coraggioso vuole portare una classe in gita, ma si dice visita di istruzione, si trova di fronte un Cerbero che accampa motivi insormontabili per cui è impossibile o comunque sconsigliato. Lo sguardo è sospettoso: perché vuoi portare queste fanciulle e fanciulli a giro? I Dsga sono creature che non hanno dubbi, solo certezze, sanno a mena dito tutte le leggi, anzi forse le hanno scritte loro.
Working girls
Ne sono stati sfornati, anzi sfornate, centinaia di nuove. Sono le Dirigenti scolastiche, nuove manager della scuola, impegnatissime e superefficienti, le nuove donne in carriera del XXI secolo che a volte annoiate del loro lavoro di insegnanti – chissà se gli era mai piaciuto – e delle loro materie – ma le hanno mai amate? – si sono scapicollate a preparare il mitico concorsone da dirigenti. Una volta passate, si sono trovate a gestire carrozzoni barcollanti e a barcamenarsi tra burocrazia e genitori lamentosi. Ogni tanto si scuotono e si ricordano di essere dirigenti, perbacco, di una scuola/azienda, ma il gioco non valeva la pena.
Cuore di mamma
Entrati a scuola dopo l’introduzione dei decreti delegati non se ne sono più andati, i genitori imperversano sulle app, sono attaccati in modo compulsivo ai registri on line che rimandano in tempo reale i risultati dei loro rampolli. Non riescono a farsi ancora una ragione che il Covid li tenga lontano, almeno fisicamente, dagli insegnanti.
Professione docente
Loro, gli insegnanti, che fanno davvero un po’ pena. Sottopagati, distrutti dalla dad, da montagne di burocrazia, da corsi e ricorsi, e maltrattati da tutti: dirigenti, dsga, genitori, opinione pubblica. Forse i soli che solidarizzano un po’ con loro sono i compagni di sventura, i loro studenti…
Ecco: gli studenti. Tornati or ora nelle aule scolastiche, socializzano euforicamente tra di loro, inconsapevoli di quanto abbiano perso in questi due anni, intorpidititi dai computer, dai social e dagli smartphone. La scuola dovrebbe girare intorno a loro, ma sembrano a una festa di compleanno in cui nessuno si ricorda chi sia il festeggiato.
Allora com’è davvero strutturata la piramide educativa? In cima il preside, subito sotto i genitori, poco più in basso i Dsga. Negli ultimi gradini in basso gli studenti e all’ultimo posto gli insegnanti, vera paria della scuola italiana. Una piramide rovesciata.