I Patti educativi di comunità

di Lauretta Corridoni

 
Per costruire società eque è indispensabile l’investimento in istruzione e formazione di qualità e il sistema educativo, in una società inclusiva, dovrebbe garantire a tutti i bambini e ragazzi la possibilità di partecipare a processi di apprendimento efficaci, sviluppando la capacità di essere cittadini attivi, indipendentemente dalle condizioni di origine.
I Patti educativi di comunità sono una modalità di costruzione della comunità locale che si assume la responsabilità di essere educante e di affrontare le attuali sfide educative, contrastando le diverse forme di disuguaglianza, di marginalizzazione e di povertà che sono presenti nella nostra società, rispondendo così alla funzione fondamentale e agli obiettivi che la Costituzione italiana affida al sistema di istruzione.
Tali Patti riconoscono e sostengono la funzione costituzionale della scuola e gli obiettivi del sistema pubblico di istruzione. Essi si basano su un approccio partecipativo, cooperativo, solidale della società e per questo motivo, richiamando l'art. 118 della Costituzione, si configurano come strumenti per siglare alleanze territoriali tra scuole, enti locali, soggetti del terzo settore e del civismo attivo, mirate alla costruzione delle comunità educanti, ovvero contesti allargati dove la cura dei diritti e dei percorsi scolastici e educativi dei bambini e degli adolescenti viene assunta come responsabilità collettiva.
Lo strumento del Patto educativo di comunità, contenuto nel “Piano scuola 2020-21” e ribadito l’anno successivo dal Ministero dell’Istruzione, è nato in un contesto emergenziale, a seguito della pandemia da Covid 19, per la creazione di una rete di strutture e spazi in cui svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali ma comunque volte a finalità educative. Esso, tuttavia, superata l’emergenza sanitaria, continua a porsi come modello di un’offerta didattica ampia, che non sia limitata solo alle attività possibili tra le mura scolastiche e con le sole risorse della scuola, e come modello per la costruzione di una rete socio-educativa che realizzi un progetto formativo di collaborazione fra tutti i soggetti di un territorio.
Attraverso tale approccio di condivisione e la valorizzazione delle esperienze e delle risorse già presenti nei vari territori, i Patti vanno nella direzione di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, operando in modo che i bambini e i ragazzi diventino non solo i destinatari degli interventi formativi, ma anche i protagonisti delle iniziative ideate e realizzate.
La scuola, in virtù della propria autonomia, può diventare il fulcro di nuove partnership tra i vari soggetti per dar luogo ad accordi che consentano di realizzare attività con le quali arricchire l’offerta formativa e contrastare le varie forme di emarginazione sociale di bambini e adolescenti.
Tali accordi, dunque, hanno la finalità di arricchire il curricolo scolastico attraverso un numero maggiore di occasioni di apprendimento, non formale e informale, che consentano lo sviluppo negli alunni delle competenze trasversali e di rafforzare l’offerta educativa attraverso il coinvolgimento di diversi stakeholder.
I Patti educativi di comunità, legando l’educazione all’ecologia, la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità all’affermazione delle uguaglianze e alla ricerca di pari opportunità di servizi educativi e di crescita, sono volti anche a permettere la progettazione di attività adeguate ai bisogni dei cittadini di un determinato territorio, utilizzando e sviluppando spazi comuni.
La finalità è quella di sostenere in maniera più efficace possibile il percorso di crescita personale di ogni bambino e ragazzo, scongiurando tutte le forme di disagio e colmando gli svantaggi, e di cementare, in un prezioso esercizio di cittadinanza attiva, il rapporto fra gli studenti, la loro comunità e il loro ambiente di vita, che può essere anche fragile e a rischio a causa della collocazione geografica in cui è posto.
Vi è anche l’opportunità di sperimentare metodologie didattiche nuove e diverse nelle quali assumono una certa rilevanza gli spazi di apprendimento esterni alla scuola che consentono agli studenti di sviluppare, ad esempio, l’osservazione e la scoperta del proprio territorio.
Nei Patti educativi di comunità, difatti, la partecipazione attiva degli studenti rappresenta un elemento chiave per sollecitare quella competenza denominata “cittadinanza attiva”, rendendo i giovani protagonisti consapevoli della progettazione dei percorsi di insegnamento-apprendimento che si andranno a realizzare.
Tale strumento non rappresenta, quindi, una mera misura emergenziale per agevolare la soluzione di problemi gestionali e organizzativi (reperimento spazi, definizione dell’orario scolastico, scarsità di personale docente e non docente, ecc.), acuitisi nel periodo dell’emergenza da Covid-19. Al contrario, l’emergenza ha solo messo maggiormente in luce la necessità, nota da tempo, di intervenire in modo organico e radicale sulle istituzioni scolastiche incentivando la costituzione della comunità educante.
Il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e il contrasto a vecchie e nuove forme di povertà educativa ruotano intorno ad alcuni temi centrali: dal riconoscimento del valore dell’impegno nella costruzione di un sistema formativo integrato al rafforzamento delle reti di integrazione pubblico-privato al rilancio della scuola come volano di un approccio, basato sui diritti, che realizza comunità educanti nelle quali è previsto il crescere del protagonismo dei bambini e dei ragazzi unitamente allo sviluppo dei territori in cui abitano.
I Patti educativi di comunità, per essere efficaci, necessitano di autentica cooperazione e richiedono un riconoscimento reciproco tra chi opera all’interno della scuola e chi ne è al di fuori ma che comunque, in ogni territorio, agisce a favore dei più giovani impiegando in modo ottimale le risorse a disposizione.
Essi rappresentano il momento in cui la funzione di istruzione e di formazione alla comprensione del mondo contemporaneo, a cui il sistema scolastico pubblico deve rispondere, si arricchisce delle specificità e delle chiavi di lettura che la dimensione locale suggerisce, favorendo lo sviluppo delle capacità di bambini e adolescenti e la crescita delle competenze di cittadinanza di tutti.

Riferimento normativo:
Decreto del MIUR Prot. 39 del 26/06/2020, Adozione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021