ITI "A. Pacinotti" di Piombino

Una scuola per un territorio

di Marco Bracci 

Alcuni anni fa ebbi l’onore e il piacere di imbattermi nell’Istituto Tecnico Industriale (ITI) A. Pacinotti di Piombino, di ricercare nella sua storia cinquantennale, in quella dei suoi protagonisti, docenti e allievi, e di scrivere un volume edito da La Bancarella Editrice, ITI ‘A. PACINOTTI’. Da 50 anni attore del mutamento socio-economico di Piombino.
LITI nasce nell’anno scolastico 1958-1959. Fin dall’inizio questa Scuola diventa un punto di riferimento per la formazione di professionalità da inserire nel contesto produttivo locale, caratterizzato dalla presenza delle industrie siderurgiche.
Nel corso del tempo l’Istituto è riuscito a rispondere efficacemente alle richieste provenienti dal mondo dell’impresa del territorio, che sempre più proiettata in un contesto nazionale e internazionale, ha via via richiesto competenze sempre più elevate per affrontare le sfide complesse che hanno condotto ai processi di globalizzazione economica.
L’ITI si è sempre dimostrata capace di “produrre” studenti competenti, responsabili e dotati di quelle abilità tecniche e di quelle competenze culturali necessarie per gestire e innovare i processi economici locali, almeno fino al 1992/1993, il “biennio fatale” caratterizzato dall’esplosione della crisi industriale; da quel momento l’Istituto ha dovuto ripensare il proprio ruolo educativo tra insicurezze e incertezze socio-economiche che hanno interessato tutto il territorio.
Compito della scuola e, nel caso specifico, degli Istituti tecnici, dovrebbe essere quello di agire come il luogo per eccellenza in cui la cultura di una società è conservata e riprodotta, senza dimenticare l’apporto determinante allo sviluppo del sistema sociale, economico e produttivo attraverso la creazione di competenze umane e professionali.
Il passato dell’ITI è testimone dell’enorme lavoro svolto da questa Scuola per e con il territorio; questo passato è ancora vivo e si lega direttamente alle biografie di insegnanti e studenti che hanno saputo “vedere” il mondo del lavoro, dell’impresa e del mercato bilanciando egregiamente tradizione e innovazione, due facce della stessa medaglia.
Senza alcun dubbio l’ITI ha rappresentato per molti decenni un canale di accesso al lavoro qualificato nelle industrie locali per i giovani diplomati che, soprattutto negli anni ’60 e ’70, ebbero la possibilità di costruire le proprie carriere professionali in modo sicuro e certo.
Questo connubio strategico – ITI come istituzione formativa e industrie come attori economicamente rilevanti – ha progressivamente perso la propria valenza, indirizzando sempre più studenti a preferire la strada universitaria come consapevole scelta tesa al miglioramento delle proprie competenze in vista di un lavoro qualificato e appagante. Tale cambiamento ha condotto l’Istituto a ripensarsi e a riflettere sul proprio ruolo nella società.
Negli ultimi anni l’ITI ha abbracciato l’idea di futuro, mutando la propria identità, con la certezza che essa non potrà mai essere disgiunta dal luogo in cui esso è nato e che dovrà sempre essere caratterizzata dalla tensione costante tra la valorizzazione delle lezioni del passato e la voglia di guardare al domani. 
Dovrà essere una scuola difficile ma giusta, inclusiva ma sfidante…in poche parole un’istituzione che sappia rispondere alle sfide attuali e a quelle che verranno. L’ITI lo ha sempre fatto e sono certo che continuerà a farlo, grazie alla comunità che la sostanzia – i suoi docenti e ai suoi studenti – una comunità sempre in cammino.