Esperienze di scuola nelle aree interne del Maceratese
di Fabiola Scagnetti
Essere dirigente scolastica o insegnante in un Istituto comprensivo che si trova nelle cosiddette “aree interne” comporta la consapevolezza di trovarsi in una condizione non proprio standard rispetto alla comune rappresentazione di scuola.
Si tratta di istituti spesso sottodimensionati e di piccole scuole[1], che debbono fare i conti con lo spopolamento accentuato dai terremoti del 2016, con le pluriclassi, con l’alternarsi degli insegnanti e la carenza di personale, con i disagi dovuti alla perdita di tanti luoghi di aggregazione e alla lentezza della ricostruzione.
In queste zone periferiche la scuola può essere la prima vittima, ma può anche assumere una funzione centrale e propulsiva se usciamo dalla logica di trovarci in realtà “di serie B” e se intendiamo proporre esperienze educative di senso ai bambini e alle bambine che lì vivono.
Per progettare la didattica abbiamo la necessità di metterci in ascolto del contesto sociale e ambientale, di conoscere la comunità, di scoprire i “tesori” capaci di appassionare i ragazzi e le ragazze alla ricerca, allo studio, all’esplorazione del territorio, al dialogo con le persone che ne custodiscono la memoria.
A riconoscerne il potenziale educativo non solo soltanto gli amministratori locali, che fanno di tutto per evitare la sempre incombente chiusura dei plessi, ma lo stesso Istituto Nazionale Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE) attraverso il Manifesto delle Piccole Scuole[2]:
Le aree periferiche, e con esse le scuole che vi sono collocate, devono essere considerate un'assoluta priorità per il Paese, da tutelare, valorizzare e far crescere, con uno sforzo congiunto di tutte le istituzioni che se ne occupano. Non più territori marginali, ma territori di importanza strategica, da tutelare anche con specifici e mirati interventi del Legislatore.
La scuola in questi luoghi, se supportata e valorizzata da una normativa specifica che la valorizzi con forme di flessibilità necessarie a garantirne l’efficacia educativa e l’efficienza, può promuovere processi formativi di qualità, insieme alla costruzione di una forte alleanza educativa fra scuola e territorio.
I tempi e gli spazi di una piccola scuola e il suo rapporto con il territorio possono, infatti, offrire delle opportunità uniche per andare verso la scuola del futuro.
Queste consapevolezze si traducono in scelte progettuali che strutturano il Curricolo di Istituto, in piena sintonia con le Indicazioni Nazionali per il Curricolo[3], quindi non episodi sporadici a complemento di un programma didattico preconfezionato, ma nuclei fondanti di una progettazione interdisciplinare orientati alla consapevolezza e alla costruzione di competenze da parte degli alunni e delle alunne. Tali scelte influiscono sulla formazione dei docenti, diventano azioni didattiche quotidiane, caratterizzate da una forte permeabilità delle aule scolastiche rispetto all’ambiente circostante, spesso dall’outdoor education, dall’utilizzo critico delle tecnologie e da un dialogo costante con la comunità.
Tra varie esperienze di scuola, da me vissute in questi anni nell’entroterra maceratese, ve ne sono alcune che considero un patrimonio culturale prezioso, potenzialmente generativo di nuovi progetti educativi, dei due Istituti in cui lavoro:
- la costruzione delle mappe di comunità, realizzata a Caldarola in collaborazione con i Cantieri mobili di Storia, presentata nell’articolo di Paolo Coppari (al quale rimando);
- Il progetto Bacca[4]: Piccole scuole in cammino, che ha impegnato le pluriclassi della scuola primaria di Camporotondo di Fiastrone, nata dall’unione col plesso di Cessapalombo;
- la sperimentazione del progetto Sostenibilità ambientale, sociale ed economica in aree montane avviata nel 2021 nell’Istituto Comprensivo di Pieve Torina[5], grazie a un accordo quadro con l’Università di Camerino, in collaborazione con le Amministrazioni locali, con l’INDIRE, col patrocinio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del WWF.
Queste esperienze si sono sviluppate in condizioni fortunate per il coinvolgimento di insegnanti appassionati, per la collaborazione con Associazioni ed Enti culturali del territorio, per l’efficace e puntuale lavoro di documentazione dei percorsi didattici, per un uso consapevole di tecnologie avanzate, per l’ampiezza degli orizzonti educativi non focalizzati alla definizione di una identità locale, ma alla formazione di cittadini e cittadine (Agenda 2030).
Tento in questa sede di tratteggiare le tappe fondamentali di quanto abbiamo fatto, senza la pretesa di proporre una descrizione dettagliata dei progetti, che richiederebbe una trattazione ben più ampia.
Cuore del progetto Bacca è la promozione dei “cammini”, antichi itinerari di particolare rilievo percorribili a piedi, che rappresentano una possibilità innovativa di fruizione e valorizzazione del patrimonio naturale, storico e culturale del territorio. La fusione dei due plessi di Camporotondo e di Cessapalombo avvenuta nel 2020 ha stimolato l’interesse per un antico sentiero, in pessimo stato ma ancora percorribile a piedi, che collega i due Comuni.
Le insegnanti e le due pluriclassi hanno realizzato in cinque fasi un percorso educativo, che ha coinvolto tante persone: gli anziani dei due paesi ai quali l’antico cammino era ben noto, gli uffici tecnici dei Comuni che hanno tirato fuori dagli archivi le vecchie mappe cartografiche, gli esperti di Educazione ambientale Patrizio e Fabiana che ci hanno permesso di utilizzare in maniera sistematica il loro Giardino delle Farfalle[6] come aula di ricerca sulla flora e sulla fauna del territorio oltre che sulla produzione del carbone vegetale, la guida ambientale escursionistica FIE7 che ha condotto gli alunni all’esplorazione e al ripristino del sentiero abbandonato.
Nel loro lavoro in gruppi, che si è sviluppato in un continuo passaggio tra il dentro e fuori dall’aula, i bambini e le bambine hanno conosciuto un interessante intreccio di memorie legato a quel sentiero, che collegava gli antichi mestieri del carbonaio e del pastore, la transumanza, una fonte di acqua freschissima che si trova a metà strada tra Cessapalombo e Camporotondo.
Hanno anche creato delle mappe digitali del sentiero e del territorio circostante e, infine, un grande cartello segnaletico, che è stato e posizionato lungo il percorso alla presenza dei Sindaci e della popolazione. All’evento conclusivo c’era tutto “il villaggio”, è stato presentato un video montato dagli alunni che documenta tutte le fasi del progetto. Gran finale con pic-nic.
Il punto di partenza della sperimentazione tuttora in corso nell’Istituto Comprensivo di Pieve Torina è stato un corso di formazione per tutti i docenti dal titolo Acqua e territorio nell’area dei Monti Sibillini dell’alto maceratese: risorsa, utilizzo e fonte di vita.
Al centro dello studio e della formazione sono stati gli aspetti paesaggistici, vegetazionali, geologici ed agronomici con particolare riferimento alla risorsa acqua.
Sono stati anche elaborati spunti per lavorare con tutti gli alunni e le alunne di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado in modo pluridisciplinare attraverso una didattica laboratoriale all’aperto.
Affiancati da docenti ed esperti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, hanno esplorato gli ambienti delle sorgenti del Chienti e del Nera, dei numerosi reticoli idrografici e dei Laghi di Fiastra, Polverina e Boccafornace, delle dighe, dei mulini e della gualchiera di Valfornace.
La memoria di questi luoghi è emersa negli incontri, presso i mulini ad acqua, con le persone che solo pochi decenni fa vi lavoravano.
Tra le attività, che in classi poco numerose è più facile realizzare, troviamo l’avvio alla metodologia della ricerca attraverso l’osservazione sul campo, la costruzione di mappe, la ricerca bibliografica, l’analisi dei dati relativi alle dighe e alle centrali elettriche del territorio, alla trasformazione dell’energia, al grave problema della siccità.
A osservare da vicino simili esperienze, è evidente quanto futuro, quante prospettive di sviluppo sociale e anche economico si possono costruire su questi fondamenti educativi e culturali.
Ed è altrettanto evidente la necessità di garantire alle scuole delle aree interne un po’ di stabilità e un organico di personale (docente e ATA) sganciato dalle logiche dei numeri standard: questioni di cui dovrebbe occuparsi la politica, con obiettivi a lungo termine e soprattutto con la consapevolezza che il problema riguarda un territorio molto più ampio di quello dell’entroterra maceratese.
Questa realtà interessa aree molto vaste, visto che, per le caratteristiche orografiche e morfologiche che le sono proprie, l'Italia è costituita da montagna e collina per il 76,8% del territorio nazionale. Diventa, dunque, importante pensare ad un paradigma diverso per queste diffuse realtà educative, che metta al centro la possibilità di realizzare ambienti di apprendimento qualitativamente adeguati allo sviluppo di obiettivi pedagogici e didattici inclusivi.[7]
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[1] Per Piccole Scuole si intendono generalmente i plessi che contano meno di 100 studenti. L’Istituto Nazionale di Ricerca Educativa ha dedicato molto interesse a queste realtà attraverso studi, attività di formazione e pubblicazioni reperibili in https://piccolescuole.indire.it/
[2] Il Manifesto delle Piccole Scuole, sottoscritto a Favignana nel 2017, è consultabile al seguente link: chromeextension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.indire.it/wp-content/uploads/2017/05/50x70_MANIFESTO-2.pdf
[3] Il testo delle Indicazioni Nazionali è reperibile al link https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf
[4] BACCA è l’acronimo di Bambini Amici Camporotondo Cessapalombo Avventura ha coinvolto Scuola 22 alunni delle due pluriclassi della scuola primaria di Camporotondo di Fiastrone.
[5] L’istituto Comprensivo Mons. Paoletti insiste su una vasta area montana che comprende i Comuni di Pieve Torina, Muccia, Valfornace, Visso, Castel Sant’Angelo sul Nera, Fiastra e Bolognola.
[6] https://giardinofarfalle.it/ è un centro di Educazione ambientale con cui l’Istituto De Magistris collabora costantemente.
[7] Manifesto delle Piccole Scuole chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.indire.it/wp-content/uploads/2017/05/50x70_MANIFESTO-2.pdf