Il valore formativo dello Study Abroad
di Fabrizio Ricciardelli (Direttore Kent State University Florence – Presidente AACUPI)
Il rapporto Open Doors 2021/2022 rivela che l’Italia è la prima destinazione nel mondo scelta dagli studenti nordamericani per quello che viene chiamato Study Abroad, cioè un periodo di studio all’estero, con corsi ed esami poi accreditati e riconosciuti dalla loro Università, e lo è da sempre. Fin dal 1978, anno di fondazione di AACUPI (Association of American College and University Programs in Italy), oltre 150 istituzioni statunitensi, canadesi e australiane hanno istituito una stabile presenza accademica in Italia. Il numero di questi studenti è oggi stimato nell’ordine delle 30.610 unità (quelli che frequentano corsi presso le istituzioni AACUPI di cui sopra); che diventano circa 40.000 se si tiene conto degli studenti che frequentano corsi di vario genere presso scuole ed istituti italiani, come nel caso delle scuole di lingua.
Circa una sessantina delle istituzioni AACUPI si concentrano nella città di Roma e dintorni (Bracciano, Marino, Ariccia); oltre una cinquantina a Firenze e in più in generale in Toscana (Arezzo, Certaldo, Cortona, Prato, Sansepolcro, Siena, Montepulciano). Il resto in tante altre città italiane (Ascoli Piceno, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Orvieto, Paderno del Grappa, Padova, Parma, Perugia, Sorrento, Torino, Venezia,). L’esperienza culturale, sociale e personale è per gli studenti unica e irripetibile, “life changing” come dicono loro stessi una volta tornati in patria, perché cambia davvero la loro vita; qui studiano la lingua, la cultura, la letteratura, l’arte e l’architettura italiane, così come la storia e la civiltà romana ed il Rinascimento, ma anche materie più “moderne” come la moda e l’economia, l’industria del turismo e dell’alimentazione e via dicendo. Letteralmente si innamorano dell’Italia e poi vi tornano sempre, da semplici turisti con la famiglia a veri e propri investitori e mecenati.
L’importanza economica per il Paese è sorprendente: secondo i risultati dello studio effettuato da Irpet nel 2024 sul valore dei programmi universitari nordamericani in Italia si evince che per l’anno 2024 l’impatto economico in Italia delle filiazioni AACUPI sarà di oltre 700 milioni di euro e che le posizioni professionali supereranno le 11.000 “unità lavoro” (posti e contratti di lavoro, di vario tipo, a livelli retributivi comparativamente assai elevati e professionalmente qualificati). Il dato di fatto è che le Università americane portano ricchezza e investimenti in Italia, si pensi anche solo al recupero di importanti immobili altrimenti destinati alla rovina, e che sono tornati a vita nuova diventando sede delle attività accademiche italiane e centri di alta cultura e ricerca. La maggior parte degli studenti iscritti nei programmi AACUPI si trova tra Roma e Firenze, concentrati solitamente nei semestri che noi chiamiamo Fall (da fine agosto a dicembre) e Spring (da gennaio a maggio), ma tanti arrivano nel periodo estivo, e alcuni ancora rimangono per l’intero anno accademico. Vivono in appartamenti ma anche presso locali famiglie e questo contribuisce non poco alla loro integrazione con il tessuto cittadino e la comunità cittadina. Molti si impegnano in prima persona in attività sociali e di volontariato (Community Service, lo chiamano, assolutamente normale negli USA), molti altri affiancano gli insegnanti delle scuole italiane, primarie e secondarie che siano, per “parlare in inglese” agli alunni italiani.
Quello che muove gli studenti americani a studiare in Italia è l’unicità delle sue città, città che concentrano il valore della cultura universale. Questo rende il nostro Paese il luogo ideale per l’insegnamento di quei principi che trasformano un giovane in un ‘cittadino universale’ secondo i principi in cui credeva Socrate e che, ancora oggi, sono alla base della missione educativa della nostraUniversità. Educare i giovani all’etica della ‘cittadinanza globale’ significa metterli in condizione di avere una visione multiculturale che li renderà competitivi e capaci di capire la complessità del mondo che sta cambiando.
Il fatto poi che il numero degli studenti Americani in Italia sia aumentato è dovuto a molti motivi, non ultimo il fatto che la cultura e le nuove professionalità del Terzo Millennio richiedono capacità di dialogo globale. Bisogna quindi formare i nostri giovani a diventare ‘cittadini del mondo’, e studiare all’estero in città come Roma e Firenze, come in molte altre ancora, offre questa possibilità.
Studiare in un paese straniero è una sfida che insegna a conoscere se stessi mentre si impara a dialogare con gli altri in un contesto culturale diverso dal proprio. Questa sfida insegna ad essere flessibili, creativi, avventurosi e disponibili. Come scrive Edgar Morin dobbiamo riscoprire e valorizzare quello che ha sempre fatto dell’Italia, e soprattutto dell’Italia dell’Umanesimo e del Rinascimento, un microcosmo esemplare dell’Europa: la sua diversità interna e la sua apertura alle culture altre; la capacità di operare insieme come centro di innovazione e come luogo di confine e di integrazione fra le culture d’Europa e fra l’Europa e il mondo; la sua ricchezza di saperi che sono stati e sono a un tempoteorici e pratici, concreti e visionari, artistici e artigianali. A mio avviso l’auspicio rimane uno soltanto, ossia che il nostro Paese rimanga sempre all’altezza della sua storia.