“Nautilus” secondo Margaret Atwood
di Fabio Canessa
Margaret Atwood, la maggior scrittrice canadese vivente, ha vinto il prestigioso Premio Lattes Grinzane ed è venuta in Italia il 2 ottobre a ritirarlo, ad Alba. In occasione della cerimonia di consegna del premio, la Atwood ha tenuto uno splendido discorso sul senso della letteratura, nel quale ha affermato di essere ormai, a ottantadue anni suonati, un punto di riferimento e un modello da emulare per molte giovani scrittrici. Una delle quali l‘ha contattata di recente per raccontarle un sogno che aveva fatto e che l’aveva particolarmente impressionata: sott’acqua si vedeva scritta la parola NAUTILUS e accanto appariva un bellissimo uomo. Era evidente il riferimento al romanzo di Giulio Verne e altrettanto evidente che il bell’uomo doveva essere il Capitano Nemo. Ma che significato poteva avere sognare il NAUTILUS? Margaret Atwood, abituata a interpretare i sogni delle sue corrispondenti, lo spiega così: “Il senso del sogno era che l’autrice, che si era appena imbarcata nella stesura di un’opera nuova e impegnativa, stava per immergersi nell’oltretomba e, come tutti quelli che vi si tuffano o vi scendono, sperava di scoprire dei tesori”. E il Capitano Nemo? Semplice, “il Capitano Nemo era la sua guida spirituale e rappresentava la creatività, il valore e l’audacia”. Del resto, conclude la Atwood, il Capitano ha preso il nome da un viaggiatore più antico, Ulisse, che proprio così si era fatto chiamare per sfuggire a Polifemo: Nemo, cioè Nessuno. Entrambi personaggi ambigui, ammirevoli ma vendicatori, astuti ma anche ingannatori. Eroi del viaggio, del sapere, della scoperta. Manca però un tassello che Margaret Atwood non può conoscere, ma noi sì: forse la giovane scrittrice ha avuto il presagio di una rivista che stava nascendo in Italia, proprio dove la scrittrice premiata avrebbe raccontato quel sogno e, nella sua suggestiva spiegazione della visione onirica, sembra aver sintetizzato con straordinaria lucidità lo spirito, il senso e le caratteristiche del nostro NAUTILUS. Del resto, è la stessa Atwood ad aggiungere, tra il serio e il faceto, di apparire spesso lei stessa nei sogni e fornire “significativi presagi. Spesso indosso abiti esotici o vesti bianche. Però non mi è ancora spuntata l’aureola”. Data la miracolosa coincidenza, potremmo intanto fornire noi una prima testimonianza per la sua beatificazione.